Politica

G7 inclusione e disabilità, un’opportunità da cogliere

Per la prima volta nella storia i leader del G7 si riuniscono per discutere i temi dell’inclusione e della disabilità. Appuntamento in Umbria dal 14 al 16 ottobre. «È importante che sia proprio l’Italia a indicare la strada», spiega Vincenzo Falabella, presidente Fish. Anche se il protocollo ha impedito di realizzare pienamente il "nulla su di noi senza di noi"

di Rossana Certini

ragazza in carrozzina

«Una grande opportunità per il sistema Italia». È con queste parole che il presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap – Fish, Vincenzo Falabella commenta il G7 – Inclusione e disabilità che si terrà in Umbria dal 14 al 16 ottobre. Per la prima volta nella storia i ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti si incontreranno per parlare esclusivamente del diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica.

«Già nel documento finale del vertice G7 tenutosi quest’estate in Puglia», prosegue Falabella, «è stato inserito un paragrafo nel quale si legge che gli Stati si impegnano “a garantire che tutti gli individui abbiano gli stessi diritti alla piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, culturale, educativa, economica, civile e politica” e a “valorizzare i talenti e le capacità di tutte le persone per rendere le nostre comunità più forti e coese”. Si tratta certamente di una novità significativa che mostra quanto l’Italia sia stata lungimirante nel saper porre al centro del dibattito internazionale il tema dell’inclusione e della disabilità».

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Vincenzo Falabella, presidente di FISH

Solo ministri nel giorno clou

Le tre giornate umbre prendono il via ad Assisi lunedì 14 ottobre con l’accoglienza delle delegazioni. Un momento eccezionalmente aperto al pubblico per permettere una maggiore partecipazione e sensibilizzazione ai temi del G7. Martedì 15 le delegazioni degli Stati si trasferiranno al Castello di Solfagnano, in provincia di Perugia, per la giornata preparatoria che vedrà la partecipazione di circa 160 delegati e sei panel di confronto a cui interverranno esperti da tutto il mondo. All’interno del castello lavoreranno ragazzi con disabilità di oltre 20 associazioni che forniranno servizi di accoglienza, ai tavoli e catering. Mercoledì 16 è la giornata riservato ai soli ministri, che a conclusione dei loro lavori firmeranno la Carta di Solfagnano, il documento che rappresenterà l’impegno dei Paesi del G7 nell’attuare politiche concrete per dare centralità alle persone con disabilità.

Il contributo delle associazioni

«Purtroppo i protocolli sono molto rigidi e devono essere uguali per tutti i G7», spiega il presidente Fish, «per questo non è stato possibili far entrare esterni alla giornata finale, che sarà un momento di lavoro riservato ai soli ministri. Come associazioni ci siamo a lungo confrontati con la ministra Alessandra Locatelli su questo punto e lei si è dimostrata sempre in ascolto ma, a causa dei protocolli rigidi, si è riusciti ad aprire al pubblico solo le prime due giornate, garantendo così il rispetto dei principi di inclusione contenuti nella Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità e recepiti dalla legge 18 del 2009». Falabella sottolinea anche come la giornata intermedia di martedì sia «molto importante perché nei sei panel, ai quali parteciperanno enti e associazioni nazionali e internazionali, tutti insieme faremo un importantissimo lavoro preparatorio che confluirà nella Carta di Solfagnano».

Castello di Solfagnano (Foto: portale ufficiale G7 – inclusione e disabilità)

I panel della giornata preparatoria

L’inclusione come priorità dell’agenda di tutti i Paesi; l’accessibilità universale e prevenzione e gestione delle emergenze; la vita indipendente e inclusione lavorativa; il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica; l’intelligenza artificiale e lo sport e servizi per tutti. Sono questi i temi dei sei pannel della giornata preparatoria che si aprirà con gli interventi della ministra Locatelli, di Nazaro Pagano, presidente dell’Associazioni nazionali dei disabili – Fand e di Vincenzo Falabella. «Questa giornata sarà importante perché le associazioni avranno un ruolo di primo piano per indirizzare quanto verrà poi scritto nella Carta di Solfagnano. Ci aspettiamo poi un fattivo impegno a rendere concrete tutte le politiche necessarie per applicare nella vita quotidiana delle persone quanto scritto nella Carta».

Dall’assistenzialismo all’affermazione dei diritti

Il primo G7 della disabilità è, anche, l’occasione per spostare ulteriormente l’attenzione dal piano dell’assistenzialismo della persona con disabilità a quello dei suoi diritti. Infatti, prosegue Falabella, «la disabilità non ha mai avuto l’attenzione che sta avendo negli ultimi anni. Dunque è importante che, nel periodo della presidenza europea del nostro paese, sia proprio l’Italia a indicare la strada attraverso la quale si possono affermare i giusti diritti e doveri delle persone con disabilità. Del resto sui temi dell’inclusione siamo sicuramente più avanti rispetto a molti altri paesi. Penso al fatto che l’Italia ha abolito le scuole speciali da decenni, mentre non è così in Canada, in Germania e in Giappone. Nel nostro paese abbiamo norme che hanno favorito l’ingresso delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, mentre, per esempio, in Canada o in Giappone ancora oggi questo diritto non è per tutti».

Fare rete per essere più forti nel chiedere diritti

Dalle parole di Vincenzo Falabella emerge, anche, un altro aspetto importante di questo G7 della disabilità: l’importanza di fare rete con tutte le principali realtà che nel mondo si occupano di disabilità. Infatti, conclude il presidente Fish, «noi, come federazione, facciamo rete da trent’anni con le organizzazioni maggiormente rappresentative del mondo della disabilità e con quanti credono, come noi, che una rete associativa capillare sul territorio consente di applicare meglio a livello locale le decisioni prese a livello centrale. Ma c’è anche un’altra ragione che rende necessario il fare rete: il mondo è cambiato e dalle rivendicazioni bisogna passare a un’interlocuzione autorevole e credibile, sapendo mettere in luce i giusti temi da portare sui tavoli decisionali. Questo è possibile solo se si è compatti, uniti e dunque in rete».

Foto di Rollz International su Unsplash

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