Politica
G7 di Taormina, l’agenda della società civile
La Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP Italia), in rappresentanza di moltissimi cittadini e decine di organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti ha elaborato una serie di raccomandazioni in occasione del summit
di Redazione
Il 26 e 27 maggio prossimi Taormina ospita il G7, il Summit dei capi di Stato dei paesi con la ricchezza nazionale netta più grande al mondo. Quest’anno la presidenza di turno tocca all’Italia, che ha deciso di puntare su “costruire le basi di una fiducia rinnovata”, come recita il suo motto, impegnandosi ad adottare politiche che rispondano alle aspettative dei cittadini. La Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP Italia), in rappresentanza di moltissimi cittadini e decine di organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti della società civile italiana, ha preso alla lettera questa dichiarazione di intenti. E così da gennaio, quando ha preso il via l’anno della Presidenza italiana al G7 2017, porta avanti un dialogo costante con le istituzioni, facendosi portavoce di una richiesta precisa: non giocare d’azzardo con il futuro del pianeta e dell’umanità e attivare la transizione verso uno sviluppo più giusto e umano, in particolare rispetto alle azioni per implementare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli Accordi di Parigi sul clima (quest’ultimo oggi più che mai a rischio).
Coerente con la sua missione di contrastare i meccanismi che generano povertà e disuguaglianza nel mondo, GCAP Italia ha elaborato una serie di raccomandazioni che ha consegnato ufficialmente ai rappresentanti del Governo italiano in occasione del Civil 7, il cosiddetto G7 della società civile. La Coalizione chiede ai Leader del G7 la disponibilità ad adottare soluzioni politiche in merito ai seguenti temi: sicurezza alimentare e nutrizione, mobilità umana e migrazione, clima e ambiente, aiuto pubblico allo sviluppo, giustizia fiscale, educazione, salute, parità di genere. «I problemi del mondo attuale non possono attendere: ingiustizie e disuguaglianze si stanno polarizzando, i conflitti visibili e invisibili sono in aumento, il futuro delle generazioni future è seriamente in pericolo, in particolare quello di chi vive sotto la soglia di povertà. Ma coloro che necessitano di un cambiamento urgente sono gli stessi che hanno meno occasioni e risorse per far sentire la propria voce: per questo i leader dei paesi più ricchi e potenti al mondo hanno la responsabilità di interpretare il bisogno di transizione verso condizioni di vita più giuste e umane», hanno dichiarato Stefania Burbo e Massimo Pallottino, portavoce della Coalizione.
LE RACCOMANDAZIONI DI GCAP ITALIA AI LEADER DEL G7 IN 7 PUNTI
1. Mobilità umana, migrazioni e accoglienza dei rifugiati
GCAP Italia sostiene con forza il concetto positivo di mobilità umana in contrapposizione a quello negativo che vede la migrazione come una minaccia da bloccare. Sono tante le ragioni che fanno muovere l’umanità: la povertà, la violenza e il cambiamento climatico; ma anche il desiderio di trovare nuove opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita. Per questo è necessario considerare tutte le condizioni alla base delle migrazioni e realizzare una strategia di lungo periodo orientata a proteggere i diritti di tutti i migranti, assicurando ai più vulnerabili canali di attraversamento sicuri e regolari e un’adeguata assistenza umanitaria. Se gestiti bene, i flussi migratori possono creare occasioni di sviluppo e benessere per tutti, nei paesi di provenienza così come nei paesi di destinazione, perché moltiplicano la conoscenza e le risorse economiche e sociali.
2. Sicurezza alimentare e diritto al cibo
Sono quasi 800 milioni nel mondo le persone che la sera vanno a dormire affamate; fra loro, donne bambine e bambini pagano il prezzo più alto. La fame è il risultato dell’ingiustizia, non della scarsità, ed è una violazione del diritto al cibo, un diritto umano internazionalmente riconosciuto. Per questo è necessario un cambio di paradigma a supporto della sovranità alimentare, riconoscendo alle persone il diritto a determinare i propri sistemi agricoli e alimentari, rispettando e tutelando il ruolo della produzione sostenibile locale e dei mercati territoriali. GCAP Italia propone “una ricetta contro la fame”: priorità per i produttori di piccola scala, con particolare attenzione alle donne, agroecologia, sostegno ai giovani in agricoltura, garanzia dell’accesso delle comunità locali alle risorse naturali, protezione sociale.
3. Salute globale
GCAP Italia ritiene che assicurare condizioni di vita sane e promuovere il benessere per tutte e tutti sia la chiave per rendere effettivo il diritto e l’accesso universale alla salute. Per questo è necessario che i governi investano maggiori risorse per rafforzare nel lungo periodo i sistemi sanitari, promuovendo politiche per contrastare tutte le forme di discriminazione a cui sono soggette le persone più vulnerabili. In particolare, servono misure concrete per: garantire la disponibilità di farmaci a chiunque e ovunque, sviluppare sistemi informativi sanitari affidabili e completi, costruire infrastrutture appropriate, prevedere finanziamenti pubblici al sistema sanitario pubblico in grado di fornire servizi equi e di qualità, formare e assumere un adeguato numero di operatori e operatrici anche a livello di comunità.
4. Parità di genere
GCAP Italia chiede di considerare le donne e le ragazze come vere e proprie agenti di cambiamento e sviluppo sostenibile. Donne, ragazze e bambine compongono oltre la metà della popolazione mondiale e sono tra le più colpite dalla discriminazione di genere in tutte le sue forme: povertà estrema, violenza, basso livello di istruzione e difficoltà ad accedere ai livelli superiori, insicurezza alimentare, difficoltà di accesso ai servizi per la salute quando non assenza di cure, crisi economiche globali e cambiamento climatico. Si tratta di un cerchio della povertà che si autoalimenta, ma che è possibile rompere con il contributo e la leadership delle donne stesse. Per questo è necessario aumentare gli sforzi per promuovere politiche che eliminino le disparità, gli stereotipi, i pregiudizi e le violenze di genere a tutti i livelli: pubblico e privato, lavorativo e familiare.
5. Energia e clima
Il 2016 è stato confermato l’anno più caldo di sempre, superando le temperature eccezionali registrate nel 2015. Per evitare una catastrofe climatica sono necessarie azioni tangibili e urgenti: occorrono provvedimenti radicali, rapidi, orientati a limitare il riscaldamento globale entro i + 1.5 ° C e comunque ben al di sotto dei 2° C, dando concreta attuazione all’Accordo sul clima di Parigi. I Paesi del G7, che come tutti gli stati industrializzati sono i primi responsabili del cambiamento climatico a causa di un’economia completamente impostata sui combustibili fossili e sull’iper sfruttamento del suolo e delle risorse naturali, devono dare l’esempio e mettere in campo politiche per accelerare la transizione verso un’economia a carbonio zero, fondata al 100% sulle energie rinnovabili e pulite, l’efficienza energetica e l’uso sostenibile delle risorse naturali.
6. Educazione
L’educazione è un diritto fondamentale indiscusso e a ribadirlo è la stessa Agenda 2030. È anche uno degli strumenti più potenti che i governi hanno a disposizione per creare sviluppo: l’accesso universale all’educazione potrebbe far uscire dalla povertà 171 milioni di persone e permetterebbe alle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione, come donne e bambine, di spezzare il cerchio dell’indigenza. Per quanto fondamentale, tuttavia, garantire l’accesso universale all’educazione non basta. Urge infatti educare le future generazioni a una cittadinanza globale che le renda consapevoli di essere parte integrante del sistema-mondo, spronandole ad attivarsi in prima persona per contribuire a superare le disuguaglianze e a favorire condizioni di parità e coesione sociale.
7. Il ruolo chiave dell’Italia e del G7 nella lotta contro la povertà
La complessità delle sfide moderne è evidente e i Leader del G7 devono dimostrarsi all’altezza del ruolo che ricoprono e attivare politiche di lungo periodo che non lascino indietro nessuno. Sono necessarie azioni urgenti e coraggiose con l’obiettivo di ridurre la povertà e le disuguaglianze, costruire una comunità globale di pace e preservare il nostro pianeta per l’umanità di oggi e per le generazioni future. In questo senso, la Presidenza italiana del prossimo G7 ha l’opportunità di riaffermare che la cooperazione allo sviluppo non dovrebbe essere dettata dagli interessi di breve periodo dei paesi donatori, ma dovrebbe piuttosto mettere al centro partnership eque con i paesi partner e le organizzazioni della società civile.
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