Confronti internazionali

G7 del lavoro, Manfredonia (Acli): «Un’alleanza per quello povero»

Alla vigilia dell'incontro di Cagliari, il presidente aclista ricorda che il lavoro sottopagato «è una piaga ancora troppo nascosta e spesso mascherata dai dati positivi sull’occupazione». Formazione continua contro il mismatch fra domanda e offerta. Il nodo dell'intelligenza artificiale

di Giampaolo Cerri

«Serve un piano straordinario, un’alleanza per combattere il lavoro povero, una piaga ancora troppo nascosta e spesso mascherata dai dati positivi sull’occupazione». A dirlo è Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli in una nota a proposito del G7 sul lavoro che si apre domani a Cagliari fino al 13 settembre.

Lavoro povero, il nodo da sciogliere

«Se è vero che i salari sono aumentati», spiega Manfredonia, «non possiamo dimenticare però che negli ultimi 10 anni, in Italia, hanno perso più di 4 punti percentuale e che, se si conta l’impatto dell’inflazione, stando ai nostri dati in media si sono persi 1.800 euro l’anno tra il 2019 e il 2022: significa che, ancor più per donne, giovani e migranti, oggi anche se si ha un lavoro stabile non sempre questo permette un’esistenza libera e dignitosa, così come ci dice la nostra Costituzione». 

Ai, pericoli e opportunità

Secondo il presidente aclista, inoltre, «la qualità del lavoro si incrocia perfettamente con l’altro tema del G7, quello dell’Intelligenza artificiale, che è stato oggetto del nostro ultimo Incontro nazionale di Studi, perché se è vero che l’Ai potrà cancellare molti posti di lavoro è anche vero che ci sarà sempre più bisogno di figure specializzate su cui bisognerà investire: nuovo lavoro e nuove competenze, insomma, se ci faremo trovare pronti».

Emiliano Manfredonia, presidente Acli

Formazione per battere il mismatch

Secondo Manfredonia, «solo con una formazione continua, calibrata sulle esigenze del mercato, gratuita ed estesa a tutti i lavoratori, a cui affiancare investimenti seri e strutturali per piattaforme di incontro fra domanda ed offerta di lavoro, riusciremo a contrastare il terribile fenomeno del mismatch lavorativo (che colpisce i lavoratori, le imprese e il sistema Paese) e a migliorare la qualità del lavoro, raggiungendo anche salari in grado di garantire un’esistenza libera e dignitosa».

Incentivi alla natalità e regolarizzazione intelligente dei migranti contro l’inverno demografico

Tutto ciò, secondo il numero uno delle Acli, «deve essere fatto alla luce del trend demografico, un problema che riguarda tutta l’Europa e l’occidente: la glaciazione demografica ci obbliga a pensare strumenti per incentivare la natalità sostenendo giovani e famiglie, ma anche a ripensare il coinvolgimento e una politica di regolarizzazione intelligente e continuativa dei migranti, che sono una ricchezza in termini di forza lavoro, energie e nuove competenze».

La foto in apertura è di Fabio Cimaglia per Agenzia Sintesi.

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