Welfare

Futuro incerto per gli aiuti alimentari europei

L'Europa rinvia a ottobre la decisione di confermare o meno taglio del 76% per il 2012

di Joshua Massarenti

Tanto rumore per nulla. I ministri europei dell’agricoltura riuniti oggi a Bruxelles non sono riusciti a trovare un accordo sul budget da assegnare al Programma europeo d’aiuto agli indigenti (Pead) nel 2012. La decisione di confermare o meno i 480 milioni di euro assegnati al Programma è stata rinviata al prossimo Consiglio previsto in ottobre. 

In aprile, una sentenza della Corte di Giustizia Europea aveva sancito la decurtazione del 76% degli aiuti agli indigenti, ‘azzerando’ l’intervento straordinario del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che aveva portato a 480 milioni di euro il budget del Pead contro i 113,5 milioni erogati prima del 2008. 

La decisione della Corte di Giustizia era scaturita da una denuncia presentata dalla Germania e sostenuta da cinque paesi europei (Svezia, Regno Unito, Danimarca, Repubblica Ceca e Austria). “Il programma”, scrive Le Monde, “alimentato dagli stock europei della politica agricola comune (Pac), patisce di un livello di stock così basso negli ultimi due anni che l’Ue è stata costretta a compensare questa diminuzione con acquisti voluminosi di cibo a favore dei banchi alimentari”.

Su pressione di Berlino, la Corte di Giustizia ha stimato che questi acquisti erano incompatibili con la Pac. Da allora, i sei paesi si oppongono al mantenimento del budget attuale del Pead per gli anni 2012 e 2013. “Non abbiamo nulla contro l’aiuto agli indigenti” spiega una fonte diplomatica di uno dei sei Stati Membri contestatari, “ma la vicenda chiama in causa la politica sociale, una materia che compete agli Stati membri”. Creato 20 anni su iniziativa dell’ex presidente della Commissione europea, Jacques Delors, il Pead è finanziato attraverso i fondi della Pac, quando secondo la Germania la sua è una vocazione sociale.

Chi a Bruxelles combatte per mantenere invariato il budget del Pead nel 2012 riconosce che la sentenza della Corte di Giustizia è giustificata. Il vero timore riguarda invece la fine che faranno i 400 milioni di euro qualora la linea dura adottata da Berlino dovesse trionfare. L’intransigenza dei sei paesi contestatari impedisce all’Italia, la Francia e alla Polonia, i paesi che più traggono benefici dal Programma europeo d’aiuto agli indigenti, di mandare in frantumi la “minoranza di blocco” composta da Germania, Svezia, Regno Unito, Danimarca, Repubblica Ceca e Austria. Il trattato di Lisbona prevede infatti una minoranza di blocco composta da almeno quattro Stati membri che rappresentino più del 35% della popolazione dell’UE. “Sarebbe bastato che la Repubblica Ceca abbandonasse la nave per superare la minoranza” rivela a Vita.it una fonte del Parlamento europeo vicina al dossier, “ma nonostante in passato questo paese abbia ricevuto fondi del Pead, Praga ha deciso di rimanere fedele a Berlino”. Per le associazioni favorevoli al mantenimento del budget attuale le speranze riposano tutte sulla Danimarca. “Con il trionfo del centrosinistra alle ultime elezioni legislative, il nuovo governo danese che parteciperà al prossimo Consiglio agricoltura potrebbe cambiare posizione”.

Senza un accordo su un dispositivo transitorio di finanziamento, il taglio diventerebbe ineluttabile, con la conseguenza di mettere a rischio i 13 milioni di beneficiari europei che ogni anno ricevono pasti alimentari grazie all’appoggio delle reti associativi.

“E’ inaccettabile che al Consiglio una minoranza di blocco possa decidere una drastica riduzione dell’aiuto alimentare agli indigenti. Il Parlamento Europeo non può accettare questa, che, di fatto, vorrebbe essere una cancellazione degli aiuti” ha minacciato Mario Mauro, Presidente dei deputati PDL al Parlamento europeo.  “Per tale ragione il Parlamento Europeo ribadirà la propria posizione – già espressa lo scorso luglio con una risoluzione votata a larga maggioranza –  a favore dell’aiuto alimentare agli indigenti a livello attuale”.

Già ieri l’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella aveva spronato i ministri europei dell’agricoltura a prendere una decisione. “L’Europa non può più tergiversare di fronte al rischio di vedere milioni di europei affamati nel 2012”.

In Francia la preoccupazione è tale che le quattro più importanti associazioni caritatevoli – Restos du Coeur, Secours Populaire, Croix-Rouge e la Federazione nazionale dei banchi alimentari – si sono unite per la prima volto in una campagna di sensibilizzazione per denunciare gli effetti devastanti che avrà la diminuzione del budget del Pead.

Il responsabile dell’azione sociale della Croce-Rossa francese, Didier Piard, stima a 130 milioni il numero di pasti in meno, in quanto il Pead rappresenta tra il 23 e il 55% di derrate alimentari distribuite dalle associazioni francesi.

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