Mondo

Fuori i tribunali dalle adozioni internazionali

Rubrica: Famiglia&Minori

di Sara De Carli

Premessa maggiore: l?attuale sistema normativo sull?adozione internazionale, l?affido famigliare e la protezione del minore abbandonato è un colabrodo. Premessa minore: dopo venti e passa anni di esperienza, AiBi si sente abbastanza forte per fare una serie di proposte a tutto campo. La conclusione del sillogismo è contenuta nel manifesto politico che le famiglie di AiBi hanno presentato a Cervia il 1° settembre, a conclusione del loro appuntamento annuale. Si tratta di un ricco e dettagliato documento, quasi puntiglioso per i riferimenti alle normative e le previsioni di spesa, che contiene moltissime proposte per resettare il sistema e ricominciare daccapo.

La proposta più esplosiva è forse quella di cancellare i tribunali per i minorenni dalla procedura di idoneità per le adozioni: «È un passaggio inutile», spiega Marco Griffini, presidente di AiBi. «Le coppie oggi sono giudicate idonee prima dai servizi territoriali, poi dagli enti, e infine dal tribunale. Il tribunale ci mette moltissimo tempo, in media 15 mesi, per dare un giudizio che è favorevole quasi al 100%. A che serve?». Chi dovrebbe occuparsene allora? «Una coppia disponibile all?adozione è già di per sé idonea. Le coppie non vanno selezionate, ma accompagnate. E questo possono farlo solo gli enti». Nessuna utopia in Griffini: gli enti devono essere quelli nuovi, riformati, non quelli attuali. E cioè: operativi su base regionale, con una équipe di professionisti, trasparenti e con personale proprio all?estero. Altra critica va al contenuto dei decreti di idoneità dei tribunali: troppo intrusivi nella vita delle famiglie, decidono quanti figli può avere, di che età e provenienza. «Una visione errata: non dobbiamo cercare il bambino su misura per una famiglia, ma dare una famiglia a un bambino», spiega Griffini.

Tra le altre idee, la gratuità dell?adozione internazionale, attraverso un bonus di 10mila euro (il costo medio di un?adozione internazionale) che lo Stato verserebbe all?ente per ogni adozione effettuata e la trasformazione della Commissione Adozioni internazionali in una authority indipendente del governo. Ma moltissime proposte sono anche sulle altre realtà dei minori abbandonati, a cominciare dal sostegno a distanza, anch?esso in crisi. Anche qui l?obiettivo è arrivare ad una authority, ma i lavori sono già cominciati: presto verrà presentato il neonato Coresad, un comitato formato da AiBi, Ciai e Vis.

Il manifesto parla poi di «nuove vie» contro l?abbandono: l?adozione europea, l?affidamento internazionale e il riconoscimento della kafala, la forma giuridica che i Paesi islamici prevedono per l?affidamento dei bambini abbandonati («la riconoscono Francia, Spagna, Svizzera. Credo che l?Italia si stia inventando cavilli per non fare entrare bambini marocchini»).
Le ultime due proposte sono legislative: una pdl per dare al privato sociale la gestione del servizio pubblico dell?affido e una per il riconoscimento giuridico della casa famiglia creata da coppie di coniugi.


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