Non profit

Funzionario Onu silurato attacca la missione di Kabul

Peter Galbraith, licenziato dopo aver messo in dubbio la regolarità delle elezioni presidenziali, lancia accuse contro la delegazione di cui è stato numero due

di Gabriella Meroni

È arrivato il momento delle accuse. Il numero due della delegazione delle Nazioni Unite a Kabul, licenziato dopo aver criticato le recenti elezioni presidenziali, ha attaccato la missione Onu in Afghanistan. Lo riferisce la Bbc. Peter Galbraith, questo il suo nome, ha scritto in un articolo sul Washington Post che la missione, finanziata con 300 milioni di dollari, è «senza guida», definendo l’attuale numero uno, l’inviato speciale Onu Kai Eide «un capo disastroso».

Ai microfoni della Bbc Galbraith ha anche accusato Eide di aver fallito, rinunciando ad agire di fronte a «prove di brogli» avvenuti durante le elezioni che hanno portato al rinnovo del mandato al presidente Karzai. La risposta di Eide non si è fatta attendere: «Godo del pieno appoggio della comunità internazionale e dell’amministrazione americana», ha detto, «e ritengo che Galbraith sia impegnato in una campagna personale di vendetta determinata da quello che gli è successo». «Non sono io quello licenziato», ha aggiunto, «ma è lui». La vicenda trae origine dalle accsue di brogli che Galbraith aveva rivolto al presidente Karzai, e dalla conseguente richiesta del funzionario Onu di un totale riconteggio dei voti. Le ultime elezioni afghane sono state costellate da accuse di irregolarità. Secondo molti osservatori dell’Unione europea, circa 1 milione e mezzo di voti – un quarto del totale – espressi a favore del presidente in carica potrebbero essere stati manipolati, e circa 1 milione di essi sono «sospetti».


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