Non profit

Fundraising, il futuro è digitale ma l’Italia è rimasta indietro

Secondo iRaiser, realtà leader in Europa nel campo della raccolta fondi per le organizzazioni non profit, il fundraising digitale in Europa ha preso il volo con i lockdown. L'Italia è invece fanalino di coda «Abbiamo bisogno del non profit e l’unico modo per andare avanti è partecipare al cambiamento», sottolinea la country manager Francesca Arbitani lanciando un webinar dedicato

di Lorenzo Maria Alvaro

Se è vero che durante l’emergenza sanitaria la generosità degli italiani è stata più contagiosa della pandemia, le strategie di fundraising adottate da molte organizzazioni non sono state altrettanto capaci di cogliere la sfida.

Da una parte, l’emergenza sanitaria ha dato una spinta alla digitalizzazione del settore, ma dall’altra, molti enti sono rimasti bloccati (come riporta il sondaggio realizzato da Italia Non Profit il 78% degli enti ha dichiarato di aver più che dimezzato le proprie attività), aumentando sempre di più la forbice sul tema del digitale e il conseguente non raggiungimento degli obiettivi di raccolta fondi.

In Francia invece, dati alla mano, chi poteva contare su sistemi digitali all’avanguardia, ha continuato a raccogliere. È questa la fotografia scattata da iRaiser Italia, realtà leader in Europa nel campo della raccolta fondi per le organizzazioni non profit.

«La crescita di iRaiser in Italia (+150% rispetto al 2019) e in Europa negli ultimi mesi è sintomo più in generale della crescita del digitale e dell’importanza data al settore», spiega Francesca Arbitani, country manager di iRaiser Italia,«Ci teniamo a diffondere i dati francesi anche in Italia perché riteniamo che la Francia, paese per tradizione e cultura molto vicino all’Italia, possa essere un buon punto di riferimento per capire le potenzialità del mercato e offrire uno sguardo sul futuro al Terzo Settore del nostro paese».

iRaiser ha messo a confronto i fondi raccolti nei mesi di marzo, aprile e maggio 2019 e 2020 in Francia (paese in grado di fornire un numero di dati rilevanti ai fini statistici) selezionando 62 organizzazioni non profit che usano le soluzioni per il digital fundraising di iRaiser almeno da marzo 2019, con l’obiettivo di seguire l’evoluzione delle donazioni online durante la crisi COVID-19 e monitorare la digital transformation che si è generata.

L’analisi ha evidenziato un forte aumento delle donazioni online in Francia nei mesi di lockdown (marzo-maggio 2020) rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019. È stato riscontrato un brusco rallentamento solo dopo l’11 maggio, data in cui il lockdown è terminato nel paese. Durante questi due mesi di quarantena, il totale complessivo dei fondi raccolti in Francia è stato di oltre 67 milioni di euro. Per capire il valore reale di questa cifra è necessario mettere le cose in prospettiva: questo importo rappresenta più del 43% del totale dei fondi raccolti nel 2019 da tutti i clienti di iRaiser. In totale, in quei 3 mesi, sulle piattaforme di iRaiser sono stati raccolti oltre 80 milioni di euro da più di 900 mila donazioni.

«Sono numeri che parlano chiaro», continua Francesca Arbitani. «Il digitale è uscito trionfante da questa crisi senza precedenti anche nel Terzo settore ed è stata necessaria un’accelerazione notevole. Occorre però un cambiamento di mentalità nel nostro Paese per quanto riguarda il digitale, non solo a livello di fundraising, ma più in generale. Nel digitale i cambiamenti sono all’ordine del giorno e l’evoluzione è velocissima: è necessario sfruttare a pieno l’onda di cambiamento generata e ripartire subito con una mentalità aperta e volta alla digital transformation e tenendo presente che molte cose non torneranno più come prima. Partire oggi significa provare a colmare il gap, ritardare ancora la partenza significa trovarsi a colmare un divario sempre più ampio. La digital transformation può aiutare tutti gli ambiti dell’organizzazione e digitalizzare il fundraising non significa abbandonare strumenti consolidati, come ad esempio il direct marketing, ma andare incontro al mercato e al donatore cercando di fornire nuove esperienze, nuovi metodi di pagamento. Si tratta di affiancare nuovi strumenti a quelli esistenti per renderli ancora più performanti e andare incontro anche ai più giovani, abituati a diverse modalità di interazione. In altri settori sta già avvenendo; negli ultimi mesi, anche in Italia, è stato registrato un aumento dei pagamenti digitali, consolidando un trend che era comunque in crescita negli ultimi 10 anni. I donatori, anche i meno giovani, usano sempre più e-commerce e pagamenti digitali; perché dovremmo pensare che non apprezzeranno il cambiamento anche nelle loro abitudini di donazione?».

La volontà è sicuramente un punto di partenza ma per realizzare il cambiamento sono fondamentali due ingredienti: la formazione e l’aggiornamento necessari per scegliere i progetti, gli strumenti giusti per integrare le strategie e continuare a perseguire le buone cause, vero motore del Terzo Settore. L’Italia ha bisogno del non profit e l’unico modo per andare avanti è partecipare al cambiamento.

Per approfondire ulteriormente questi temi iRaiser organizza l’8 ottobre alle ore 12 il webinar “International Series: Dati e tendenze del digital fundraising in Italia e Francia.

Per registrarsi all’evento clicca qui

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.