Non profit

Fund raising: Lo sponsor lo trovi via internet

In Italia un'azienda su due finanzia iniziative di carattere sociale. Per fare incontrare potenziali donatori e non profit da oggi c'è il primo portale sulla filantropia aziendale.

di Barbara Fabiani

Una piazza virtuale in cui far crescere le buone azioni: il portale www.clubsocialis.org ha lo scopo di far incontrare domanda e offerta nell’abito della “corporate filantropy”. Un’iniziativa che parte da altre esperienze simili, soprattutto nordamericane, nate per incentivare la comunicazione diretta tra Fondazioni e associazioni senza scopo di lucro, e che in Italia viene inaugurato dalla Errepi Comunicazione. Sulle dimensioni e gli orientamenti della filantropia aziendale il primo rapporto su “L’impegno sociale delle aziende” condotta da Experian rivela inaspettatamente che ben il 44% delle aziende italiane (cioè quasi una su due) finanzia iniziative di carattere umanitario, culturale o di tutela ambientale, per un volume complessivo di investimenti di quasi 1500 miliardi l’anno. A tracciare un sintetico identikit delle aziende più disponibili alla filantropia diremmo che è : “ricca, grande e solida”. Infatti, in testa alla classifica dei filantropi troviamo le istituzioni bancarie (72% delle quali fa donazioni) seguite da un settore particolarmente dinamico e in crescita : l’industria informatica e delle telecomunicazioni (54%) , insieme alle aziende farmaceutiche (54%) e seguite dalle industrie tradizionali (52%). “Negli anni ’80 le sponsorizzazioni culturali sono state lo strumento predominante scelto dalle aziende per iniziative di utilità sociale. Mentre negli anni ’90 la scelta si è spostata sempre più decisamente sugli aiuti umanitari e su campagne di solidarietà”, spiega il presidente di Errepi Comunicazione Roberto Orsi, tracciando una breve storia del rapporto tra aziende e impegno sociale. “Oggi al centro dei criteri di selezione delle iniziative da parte delle aziende c’è la trasparenza della destinazione dei fondi , insieme all’impatto sull’opinione pubblica”. Tra i progetti che le aziende preferiscono finanziare, l’80% sceglie la raccolta fondi per lotta a gravi malattie e analoghe iniziative a più diretto sfondo sociale. Seguono mostre e manifestazioni culturali (41,8%), iniziative di difesa e recupero ambientale (14,8%) e restauro di monumenti e opere d’arte (10,%) ambiti a cui sono in particolare interessate le aziende del settore ad alta tecnologia che spesso partecipano con il loro know how. In termini di flussi economici, la fetta maggiore dei finanziamenti va a progetti per l’ambiente (685 miliardi, più di un terzo del volume complessivo). Alle campagne di solidarietà sociale le aziende lo scorso anno hanno dedicato 400 miliardi, a mostre e restauri 152 miliardi. A titolo di esempio, quando si parla di “filantropia aziendale” si intendono iniziative come quella del colosso della cosmetica Estee Lauder che ha recentemente finanziato i restauri de “la Fornarina” di Raffaello e di “Amore e Venere” del Ghirlandaio; oppure il gruppo farmaceutico Bracco che ha che ha sostenuto parte delle attività, tra gli altri, dell’”Associazione per il Bambino in Ospedale”, del Telefono Azzurro e del Centro Italiano di Aiuti all’Infanzia; ma anche la Walt Disney che in queste settimane ha promosso un progetto di avvicinamento dei bambini ai musei rivisitando con i personaggi disney le maggiori opere della storia dell’arte. Da oggi, attraverso il portale clubsocialis queste e altre aziende potranno valutare le domande di sponsorizzazioni delle associazione che vorranno presentarsi sul sito. Di questo necessario e utile dialogo tra aziendee associazioni restano però inevasi un paio di punti di vista: cosa pensano le associazioni che debba essere una coerente “corporate philantropy” e quali tra le aziende loro sceglierebbero (e perché). www.clubsocialis.org


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