Cultura
Fucili carichi per il grande rischio
Le fazioni dell'Africa orientale paese per paese
Repubblica Centrafricana: Nelle ultime settimane, il regime di François Bozizé si è confrontato a una coalizione di ribelli nel Nord-Est del Paese, lungo le frontiere con il Ciad e il Sudan. Composta da sostenitori dell?ex presidente Félix Patassé (rovesciato nel 2003) e da ex fedeli di Bozizé, la ribellione è sostenuta dal regime militare-islamista del Sudan.
Ciad: Al potere dal 1990, il presidente Idriss Déby è minacciato nell?Est del Paese, a ridosso della frontiera con il Sudan, da elementi dissidenti del proprio gruppo etnico Zaghawa. Déby è accusato di non aver aiutato i ?cugini? Zaghawa perseguitati in Darfur.
Sudan: Nonostante la pace siglata nel 2005 con i ribelli del Sud Sudan, il regime di Khartoum rimane impegnato su molti fronti bellici interni, il più sanguinoso dei quali è il Darfur. Gli scontri oppongono dal 2003 i miliziani janjaweed, sostenuti da Khartoum, ai diversi movimenti ribelli.
Etiopia: Etiopia e Eritrea sono di nuovo ai ferri corti. Dopo la crisi del 1998-2000 per il controllo della città di Badme, ora il campo di battaglia si è spostato in Somalia. Forte di un esercito tra i più potenti dell?Africa, Addis Abeba è corsa in sostegno del Gts, il governo transitorio somalo, per mettere in scacco l?offensiva dei Tribunali islamici sostenuti da Asmara.
Eritrea: Oltre la Somalia, il regime di Isaias Afworki ha un?altra carta da giocare per ottenere il ritiro delle truppe etiopi da Badme dietro pressione della comunità internazionale. Questa carta si chiama Darfur e vede Asmara accogliere nella capitale eritrea i leader ribelli darfuriani in lotta contro Khartoum.
Somalia: Dopo 14 anni di guerra civile, le speranze suscitate dall?instaurazione di un governo transitorio somalo nell?ottobre 2004 si sono infrante con la caduta di Mogadiscio nel giugno 2006 per mano dei Tribunali islamici. Da allora, la Somalia è spaccata in due, con un?economia in frantumi. La comunità internazionale sta vagliando la possibilità di mandare una missione di pace.
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