Gli acquisti di frutta e verdura degli italiani nel 2013 sono crollati al minimo dall’anno 2000, con le famiglie che sono state costrette a tagliare gli acquisti e a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello della spesa. E’ l’allarme lanciato dal Rapporto Osservasalute, dal qule si evidenzia un drammatico calo del 18 per cento nelle quantità consumate dalle famiglie che hanno portato sulle tavole appena 320 chili di ortofrutta nel corso del 2013.
Un calo preoccupante poiché la raccomandazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per una dieta sana è di mangiare più volte al giorno frutta e verdure fresche per un totale a persona di almeno 400 grammi, ma in Italia la quantità consumata è scesa al di sotto di questa soglia. E c’è di peggio. Il numero di bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura a ogni pasto è sceso al 35 per cento a fronte del 37 per cento nel 2012, mentre quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 per cento, contro il 39 per cento, e si registra anche un aumento di coloro che non l'assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31 per cento contro il 24 per cento).
Secondo il rapporto Istat/Cnel sul benessere 2013, in Italia solo il 18,4 per cento della popolazione ha consumato quotidianamente almeno quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi che garantiscono l’assunzione di elementi fondamentali della dieta come vitamine, minerali e fibre che svolgono un’azione protettiva, prevalentemente di tipo anti-ossidante.
La riduzione ha riguardato sia il consumo di frutta (-17 per cento rispetto al 2000) sia quello di verdura (-20 per cento) ed è stata progressiva, ma con una forte accelerazione negli anni della crisi. Nel corso del 2013 sono state acquistate complessivamente dagli italiani 7,8 milioni di tonnellate di ortofrutta, con una netta prevalenza della frutta (4,2 milioni di tonnellate) sulla verdura (scesa a 3,6 milioni di tonnellate).
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