Welfare
Friuli Venezia Giulia cantiere legislativo formato famiglia
Importanti modifiche a tre norme di welfare
Il Friuli Venezia Giulia fa il tagliando a tre leggi in materia di welfare e introduce la figura del Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Il Consiglio regionale, con un unico provvedimento, ha modificato le norme sul sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia (20/2005), la legge a sostegno della famiglia e della genitorialità (11/2006) e le disposizioni che prevedono contributi per agevolare il funzionamento delle scuole materne non statali (15/1984). Tre interventi con un obiettivo comune: valorizzare i compiti di cura, di educazione e di tutela dei figli da parte delle famiglie.
I nuclei a cui fa riferimento il testo friulano sono quelli definiti dall’articolo 29 della Costituzione (le famiglie, cioè, intese come società naturale fondata sul matrimonio), nonché le famiglie «composte da persone unite da vincoli di parentela, adozione o affinità». Il primo pacchetto, quello sui servizi per la prima infanzia, semplifica le procedure di avvio per l’apertura di asili nido. Non servirà più l’autorizzazione: basterà, infatti, presentare al Comune la dichiarazione di inizio attività. Spetterà al Comune, entro trenta giorni dalla presentazione, procedere alle verifiche del caso e, in seguito, ai controlli periodici sul mantenimento dei requisiti richiesti. Novità anche in materia di servizi educativi domiciliari realizzati presso l’abitazione degli educatori (si potranno ospitare al massimo cinque minori di tre anni più i figli della tagesmutter, la mamma di giorno). Se l’attività sarà svolta da soggetti del privato sociale potrà essere realizzata solo in forma associata. Questo al fine di garantire la continuità e il coordinamento del servizio. Il non profit, altra apertura, potrà occuparsi anche del servizio di baby sitting.
Il secondo blocco di modifiche, quello che interviene sulle politiche di sostegno alla famiglia e alla genitorialità, prevede una serie di misure sociali innovative e di modifiche all’architettura del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. Il Friuli introduce, ad esempio, il coinvolgimento delle persone anziane in attività di cura, gli interventi sperimentali per dare una casa alle nuove famiglie, i voucher per l’accesso ai servizi per i genitori che rientrano al lavoro dopo periodi di cura ed educazione dei figli e, soprattutto, il sostegno economico alle gestanti in difficoltà. Quanto alla programmazione degli interventi, vengono istituiti il Fondo unico per le politiche per la famiglia e il Piano sociale regionale che la Giunta dovrà approvare ogni tre anni.
Nasce anche il marchio «Famiglia FVG». Il contrassegno servirà a contraddistinguere e valorizzare soggetti e iniziative coinvolti operativamente nell’attuazione degli interventi per la famiglia nel territorio regionale. Il cantiere legislativo friulano ha posto, inoltre, la prima pietra per la creazione della Consulta regionale della famiglia, del Registro dell’associazionismo familiare e dell’ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Rivisti, infine, i criteri di riparto dei finanziamenti per il funzionamento delle scuole materne non statali e per la valutazione della condizione economica dei soggetti richiedenti benefici.
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