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Friday for Future, Federica Gasbarro: «Serve una svolta culturale»
24 anni, vive a Roma, ma ha origini abruzzesi: è stata l’unica italiana che lo scorso 21 settembre ha partecipato al Youth Summit, il vertice sul clima giovanile che si è tenuto a New York. In queste ore è in piazza insieme a migliaia di giovani e non solo, nel nome di Greta Thunberg
di Anna Spena
Federica Gasbarro, 24 anni, vive a Roma ma ha origini abruzzesi, è stata l’unica italiana che lo scorso 21 settembre ha partecipato al Youth Summit, il vertice sul clima giovanile che si è tenuto a New York. Ogni partecipante ha presentato il suo progetto per combattere il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale. In Italia è tra i giovani più attivi del movimento del Friday For Future «Sono nata il 3 gennaio. Lo stesso giorno di Greta Thunberg», sorride. «Alla prima manifestazione a cui ho partecipato eravamo in 15… Oggi invece stiamo facendo una rivoluzione». In queste ore è in piazza insieme a migliaia di giovani e non solo, nel nome di Greta Thunberg.
Come ti sei avvicinata alle tematiche ambientali?
Credo che l’attenzione all’ambiente si apprenda per vicinanza. Da bambina guardavo mia madre mentre passeggiava per strada. Quando trovava una bottiglia di plastica a terra la raccoglieva. Mio padre, invece, ha sempre scelto di andare a lavoro in bicicletta. Dopo il diploma, all’università ho deciso di iscrivermi a biologia. Dicevo a me stessa “diventerò una scienziata e così potrò dare il mio contributo”. Poi è scoppiato il caso di questa ragazzina di 16 anni che da sola manifestava davanti al parlamento svedese. E così ho capito che stavo sbagliando qualcosa. Non avevo bisogno di concludere il mio percorso di studi per dare un contributo concreto. E sono scesa in piazza a manifestare, a scioperare. La trasformazione vera è prima di tutto culturale: tutti possiamo fare la nostra parte.
L’unica italiana a partecipare al vertice Onu sul clima…
Mi sono candidata compilando un application sul sito delle nazioni unite, e sono stata scelta. Mi sono impegnata molto per raggiungere questo risultato, che però non è solo il mio risultato. Ma quello di tutti i ragazzi che dedicano il loro tempo per contrastare il cambiamento climatico. Anche loro, come me, non lo fanno per se stessi. Ma lottano per il futuro di tutti. La call, aperta ai ragazzi tra i 18 e 29 anni, ci ha chiesto di presentare “progetti ambiziosi”.
Che progetto hai portato?
Una proposta legata al fotobioreattore anulare che fa uso della respirazione delle piante, che prevede l’assorbimento di anidride carbonica, e la produzione di ossigeno, per pulire l’aria in zone particolarmente inquinate. Questi acquari, popolati di alghe, sono dei cilindri verticali, occupano poco spazio e non disturbano l’occhio dal punto di vista estetico.
Cosa fa VITA?
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