Vita: Maria Luisa Bianchi, segretario generale della Lios – Lega italiana osteoporosi onlus, ci sono differenze regionali nell’applicazione delle prescrizioni dell’Aifa ai pazienti con fragilità ossea?
Maria Luisa Bianchi: Sì, ci segnalano soprattutto una grande difformità nell’applicazione, da parte dei medici, della nota 79 dell’Aifa, che indica i casi in cui i farmaci possono essere rimborsati. In alcuni territori c’è maggiore attenzione, in altri meno sensibilità nel tener conto, ad esempio, della presenza di fratture vertebrali. I medici non le ricercano perché non sono evidenti come quelle del femore. Oltre alla presenza del T-score, cioè il punteggio della densità ossea: non viene infatti rilevata la presenza di altri fattori di rischio che danno diritto all’accesso alle medicine garantite dal Servizio sanitario nazionale.
Vita: Alcune Regioni prevedono ulteriori limitazioni oltre quelle della nota Aifa?
Bianchi: In passato ci sono stati anche casi in cui le Regioni ponevano dei tetti di spesa, penso al paratormone in Emilia Romagna, oppure hanno sospeso l’erogazione di alcuni farmaci, ad esempio la Sicilia. Credo che, a livello nazionale, un aspetto oggi sottovalutato sia quello delle fratture dell’omero: hanno caratteristiche simili a quelle del femore.
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