Mondo

Frattini viaggi

Il ministero degli esteri ha finanziato progetti di soggiorno nel sud del mondo. E così in Amazzonia gli Indios Sateré diventano tour operator...

di Emanuela Citterio

Il turismo in alcuni Paesi porta ricchezza ma non crea sviluppo. Si tratta di una ricchezza apparente, che non viene redistribuita. Eppure per molte economie il turismo può essere una leva straordinaria. Basta partire dal basso». Deve avere usato più o meno queste parole, Franco Borelli, davanti al funzionario della cooperazione italiana che ha convinto qualche mese fa a finanziare il primo progetto turistico in cui il ministero degli Esteri italiano abbia investito risorse economiche, nella Repubblica Domenicana (vedi Tierra n. 9, dicembre 2002). Un?esperienza positiva che ha convinto, oltre alla Farnesina, anche alcune Regioni italiane e l?Unione europea ad avviare nuovi progetti di ?cooperazione turistica?. I primi Paesi a partire saranno Brasile, Senegal e Patagonia. Le tribù hanno detto sì In Brasile, per esempio, grazie ai fondi della Ue, saranno direttamente i Sateré Mawé, popolo indio dell?Amazzonia, ad accogliere i turisti: è stato infatti il Consiglio generale delle tribù a richiedere la collaborazione delle ong italiane per avviare il proprio progetto di accoglienza. Cooperante di lungo corso dell?Icei, l?Istituto di cooperazione economica internazionale di Milano, Borelli è uno dei più convinti sostenitori del turismo come occasione di sviluppo per le popolazioni del Sud del mondo. «I Paesi del Sud del mondo hanno un?indubbia vocazione al turismo» afferma. «Ma quello che c?è ora rischia di portare più danni che benefici. Quando l?iniziativa viene dalle comunità del posto, invece, i vantaggi sono indiscutibili: chi viaggia fa un?esperienza genuina di incontro con la gente, e i locali riescono a migliorare la propria vita». Il progetto non si limita alle terre dei Sateré. L?idea è di mettere in rete le loro attività turistiche con quelle già avviate dei ribeirinhos, gli indigeni che abitano le rive del Rio Urubù (affluente del Rio delle Amazzoni) vicino all?isola di Silves, a circa 350 chilometri dalla città di Manaus. Proprio dalle comunità ribeirinie, contadini pescatori della foresta, sono sorte le prime esperienze di conservazione ambientale. Nel 93, per far fronte all?impoverimento delle acque dei fiumi causato dall?inquinamento e dalle invasioni di pescherecci commerciali, è nata Aspac, l?associazione di Silves per la preservazione ambientale e culturale che, grazie a un finanziamento dell?Unione europea e del Wwf Austria, ha potuto avviare una piccola attività di accoglienza turistica. Nel 96 è stata inaugurata l?Aldeja dos lagos, struttura che hanno costruito gli stessi ribeirinhos per ospitare una dozzina di viaggiatori. Quei pic-nic in canoa «Ogni comunità si è specializzata nell?offrire servizi diversi ai turisti», spiega Gabriella Pettazzoni, 44 anni, di Aspac, in partenza per l?Amazzonia proprio per seguire il progetto. «I pescatori sono in grado di offrire, accanto a servizi più tradizionali come la vendita di oggetti di artigianato, veri e propri ?pacchetti? composti da picnic notturni in canoa, o bed & breakfast in famiglia, tutto nello spirito di un turismo partecipativo e cooperativistico: il personale locale non è dipendente, ma proprietario della struttura e dei servizi». L?isola di Silves può contare su un flusso di circa 300 visitatori l?anno, che arrivano soprattutto dall?Italia ma anche dal nord Europa, dagli Usa e dallo stesso Brasile. A far tappa nell?isola sono soprattutto i viaggi organizzati dalle ong o dalle associazioni di turismo responsabile, ma la struttura prevede l?accoglienza diretta dei visitatori. Prima di partire Il ministero degli Esteri non si è limitato a sostenere progetti Oltreoceano, ma ha anche finanziato in Italia un progetto di educazione allo sviluppo chiamato Ecotrends. Un gruppo di ong, guidate dall?Associazione rurale per l?America Latina, ha promosso una serie di incontri per far conoscere il turismo responsabile, ma anche altre esperienze nate dal rapporto con le comunità del Sud del mondo, come il commercio equo e solidale. «I gruppi che scelgono un viaggio fra le popolazioni indigene scoprono un mondo ricco e interessante», spiega Adriana Stoppa, presidente dell?ong Cast-Centro per un appropriato sviluppo tecnologico, una delle promotrici dell?iniziativa. «Ma bisogna prepararsi prima, per predisporsi a capire senza invadere». Info: Cast, tel. 0332667082 eas@cast-ong.orgwww.cast-ong.org Viaggi in Brasile: www.viaggisolidali.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA