Non profit
Frattini, l’africano
Termina oggi il viaggio di cinque giorni del ministro degli Affari Esteri Franco Frattini in Africa. Ecco i temi principali di cui ha discusso con i partner africani Paese per Paese
«L’Italia mette al centro della scena e dell’agenda del G8 l’Africa. Vogliamo promuovere un approccio tra eguali, non più paternalistico ma che chiami i paesi Paesi africani a lavorare con noi su temi chiave come l’ambiente, le infrastrutture, la sicurezza e la sicurezza alimentare». Lo ha detto il ministro degli affari esteri Franco Frattini durante il suo primo viaggio in Africa che, dal 9 al 13 febbraio ha toccato Angola, Nigeria, Sierra Leone e Senegal. È stato un viaggio che ha avuto al centro le trattative per accordi commerciali e gli interessi delle imprese italiane, soprattutto in Angola e Nigeria, primi due Paesi produttori di petrolio del continente. Ecco Paese per Paese, gli accordi discussi e le iniziative lanciate dal ministro.
ANGOLA. Il ministro degli Esteri ha sottolineato la volontà di un confronto sull’energia «per promuovere un dialogo strutturato tra Paesi produttori e Paesi consumatori». «In questo contesto» ha sottolineato «l’Angola giocherà un ruolo chiave anche in qualità di presidente dell’Opec». Scalzando l’Arabia Saudita, l’Angola è diventata il primo fornitore di greggio della Cina e un mercato prioritario per gli Stati Uniti. Al momento è l’Eni la principale realtà italiana in Angola, dove è presente dal 1980. Nell’ambito del suo impegno per garantirsi la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, l’Italia punta a rafforzare la presenza dell’Eni in Angola. Ma anche molte altre imprese sono interessate alle opportunità che offre Luanda: tra queste, Finmeccanica, interessata alla fornitura di aerei militari, e la Fincantieri, interessata alla fornitura di attrezzature per il pattugliamento marittimo.
A Luanda Frattini ha consegnato una targa in memoria di Maria Bonino, pediatra e operatore di Medici con l’Africa Cuamm, morta nel 2005 in Angola, dopo aver contratto il virus Marburg.
NIGERIA. L’Italia è pronta a contribuire alla difficile situazione nel Delta del Niger con pattugliatori e aerei da ricognizione, «ma nella regione serve una soluzione politica» ha detto Frattini nella capitale Abuja, assicurando al governo nigeriano il sostegno italiano per affrontare la ribellione nella regione più produttiva di petrolio, dove opera il Mend, il Movimento per la liberazione del delta del Niger. Nel 2008 la Nigeria è risultata il secondo partner commerciale italiano nell’Africa sub-sahariana, da cui proviene il 2,6% delle nostre importazioni petrolifere, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente. Nel Delta del Niger opera l’Eni.
A due giorni dalla visita di Frattini, con una e-mail inviata a diversi media, tra cui l’agenzia stampa cinese Xinhua, il Mend ha minacciato di colpire gli interessi italiani in Nigeria. La Farnesina ha risposto con una nota in afferma che «la stabilizzazione del Delta del Niger deve avvenire attraverso lo sviluppo economico e sociale della regione» e che il sostegno dell’Italia è da intendersi in questa direzione.
Con i rappresentati delle istituzioni Frattini ha discusso di una possibile collaborazione nel settore delle infrastrutture, in particolare nel settore delle case a uso civile, e «nella gestione delle ferrovie e delle strade in concessione», nel settore della difesa e dello smaltimento rifiuti. «Siamo molto interessati al settore delle infrastrutture e dell’edilizia sociale» ha detto Frattini. L’Angola ha un progetto di edilizia sociale che prevede la costruzione di 1 milione di case con un investimento di 50 miliardi di dollari. Sul fronte della sicurezza «il ministro degli Interni angolano ha chiesto esplicitamente all’Italia di aiutarli a formare la polizia sul modello dei Carabinieri italiani». Nelle prossime settimane l’Italia lavorerà per organizzare nel paese lusofono missioni mirate, anche con Confindustria e la prima sarà quella dell’Ance in aprile.
SIERRA LEONE. Infrastrutture, sanità, formazione e lotta al narcotraffico: sono queste le priorità della Cooperazione italiana affrontate da Frattini in Sierra Leone. Al presidente del Paese africano il ministro ha presentato una proposta per un accordo bilaterale per la protezione degli investimenti. Nel settore delle infrastrutture l’Italia (Salini costruzioni) ha contribuito alla realizzazione dell’impianto idroelettrico di Bumbuna, che costituisce la principale iniziativa della cooperazione italiana nel paese. Rilevanti sono le iniziative messe in campo dalle Ong italiane, tra le quali la realizzazione di un Centro a Makeni per la chirurgia ricostruttiva di amputazioni e gravi deformita’ post-traumatiche della Ong Don Carlo Gnocchi. Per quanto riguarda la lotta al narcotraffico, l’Italia ha finanziato attraverso il contributo volontario 2008 ad Unodc, un progetto di assistenza tecnica e di formazione del personale delle agenzie preposte all’applicazione delle leggi di contrasto al traffico degli stupefacenti, del quale la Sierra Leone è beneficiario insieme a Senegal, Guinea Bissau e Mali.
SENEGAL. Il tema dell’immigrazione è stato al centro degli incontri del ministro degli Esteri Franco Frattini a Dakar, ultima tappa del suo viaggio in Africa. Con il presidente Abdoullaye Wade e con il ministro degli Esteri Tidiane Gadio, Frattini ha discusso della possibilità di «negoziare un accordo quadro sull’immigrazione». In Senegal Frattini ha annunciato il programma di appoggio al settore privato e alla valorizzazione della diaspora senegalese in Italia (Plasepri), per un valore di 30 milioni di euro, e ha parlato di una importante «linea di credito importante destinata ad aiutare i senegalesi migranti che vogliono reinvestire sul posto».
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