Welfare

Fratres: «Correggete quella App»

Luigi Cardini lancia l'allarme per una presentazione che fa disinformazione

di Carmen Morrone

Un’app che aiuta a donare il sangue. Un’invenzione utile. Peccato però che per la sua presentazione si rivolga agli utenti così: «A quanti di noi è capitato di trovarsi a donare il sangue presso associazioni di “volontariato” dai nomi altisonanti  fuori da un centro commerciale o in una piazza delle nostre città? E’ importante sapere che molto spesso si tratta di organizzazioni che poi venderanno il nostro sangue e che il posto giusto per compiere questo gesto ammirevole è uno soltanto: l’ospedale». http://www.androidworld.it/2012/01/23/dona-il-sangue-lapp-per-chi-vuol-fare-un-gesto-damore-70565/

«Si fa della disinformazione», tuona Luigi Cardini, presidente di Fratres «Come Fratres ci sentiamo chiamati in causa. Non solo. Tutti noi abbiamo autoemoteche, veicoli attrezzati per le trasfusioni, con cui andiamo nelle piazze e nei parcheggi dei centri commerciali per cercare donatori. Come non reagire quando si dice che “spesso queste organizzazioni venderanno il sangue?” Un’affermazione falsa sotto due punti di vista: il primo è che è vietato dalla legge vendere sangue e la seconda è che non lo facciamo».

IL SANGUE NON è IN VENDITA. La materia è regolata dalla 219/2005. «Questa legge e quella precedente, la n. 107/1990, vietano la vendita del sangue sia da fonte pubblica che da fonte privata. Il sangue è patrimonio dell’umanità», spiega Cardini.

E NON C’E’ CONTRABBANDO. «Dal nostro osservatorio possiamo affermare che non esiste contrabbando, che non c’è un mercato nero del sangue. Quindi nessuno lo compra, nessuno lo vende», specifica Cardini.

IL SANGUE NON SI DONA SOLO IN OSPEDALE. Il sangue si dona anche nei centri e nelle unità mobili delle associazioni. «Grazie alla rete capillare di ambulatori convenzionati con le associazioni di donatori e alle autoemoteche le associazioni possono raggiungere persone che vivono in paesi lontani dai centri trasfusionali degli ospedali», aggiunge Cardini.

DISCONISCIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI. Dire che “il posto giusto per donare è solo l’ospedale” significa disconoscere il ruolo delle associazioni. Il Coordinamento Civis rappresenta ben 2milioni di donatori, la frase di presentazione della app offende il gesto di generosità di tutti questi volontari», conclude Cardini.

SOLUZIONE. «L’app, che è gratuita, è utile. Nelle prossime ore con le altre associazioni del Coordinamento penseremo a cosa fare. Sarebbe il caso che chi l’ha inventata  la migliorasse  con l’aiuto delle associazioni. Così l’app potrebbe fornire indicazioni sui centri trasfusionali ospedalieri e sui centri delle associazioni di donatori di sangue», propone il presidente Luigi Cardini.


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