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Fratelli (separati) a sinistra. Cacciari & Cacciari

Uno, Paolo, è consigliere comunale a Venezia per rifondazione. L’altro, Massimo fa il consigliere regionale. Ecco come vedono Ulivo e il nuovo Prc stile no global

di Ettore Colombo

Paolo Cacciari, Venezia e Veneto come laboratorio per la nuova Rifondazione stile no global? Alle elezioni comunali del 2000, a Venezia, abbiamo presentato un polo ?rosso-verde? che aveva, come candidato, Gianfranco Bettin dei Verdi, e che era appoggiato da noi di Rifondazione, dall?area dei centri sociali, esperienze che a Venezia sono molto significative, come quelle del Rivolta, e dai Verdi-Verdi, che però qui in Veneto hanno una storia tutta particolare, con personalità come Bettin. Ma vorrei ricordare anche la presenza, nella nostra area, di una lista, quella di ?Città nuova?, che raccoglieva personalità forti della società civile, di estrazione cattolica e pacifista. Abbiamo preso il 16%, un risultato straordinario, e siamo stati decisivi per la vittoria dell?Ulivo, al secondo turno. Sindaco, oggi, è Paolo Costa, da cui ci dividevano molte cose, ma con cui abbiamo trovato un accordo. Bettin è prosindaco ed io assessore all?Ambiente. Ma Venezia è una cosa, il Veneto un?altra. Tanto è vero che il Polo parla di Venezia ?isola rossa? in un mare azzurro? Un esempio per nuove aggregazioni politiche nazionali? Oggi, Rifondazione comunista e Verdi hanno deciso di mettere in discussione le proprie identità e forme di rappresentanza politica, offrendo una sponda al movimento e mettendosi al suo servizio. La forma partito, così come l?abbiamo conosciuta nel Novecento, è superata. A Venezia siamo da anni sulla strada del bilancio partecipativo, del rapporto con i quartieri come con i centri sociali, del lavoro con gli immigrati e sull?ambiente: dai tempi della giunta Cacciari. Massimo? Impressioni tratte da Porto Alegre? Si è trattato di una sorta di Onu dei municipi, da Parigi, a Roma, a Barcellona. L?ottica generale era quella dell?opposizione alle logiche di privatizzazione dei servizi sociali. Le assemblee cui ho partecipato sono state emozionanti, commoventi per partecipazione. La spinta etico-morale del movimento è possente: è determinato a interloquire con la politica, ma per pesare. —————————————————————————————————- Massimo Cacciari, un nuovo partito tra Rifondazione e no global? Guardi, innanzitutto le chiedo di smetterla di chiamarli ?no global?: vanno chiamati ?new global? perché il movimento di Porto Alegre non è né antiamericano né ideologico o un residuo del ?68, ma esprime una critica, forte e serrata quanto si vuole, a un tipo di globalizzazione, questo. Poi, certo, c?è una parte del movimento ideologica e settaria, quella più vicina a Rifondazione, ma si tratta di una minoranza all?interno di un grande movimento. Composto da molte altre componenti, come quella cattolica pacifista, pronte a nuove sfide. Che tutti noi dell?Ulivo dobbiamo saper raccogliere. Il Veneto apripista per il ?polo rosso-verde?. E l?Ulivo? Guardi, le mie critiche all?Ulivo risalgono a quando facevo il sindaco di Venezia. Oggi, che svolgo il ruolo di capogruppo della Margherita all?interno del consiglio regionale del Veneto, regione per la quale, nel 2000, mi sono presentato contro il candidato del Polo, Giancarlo Galan, posso dire a buon diritto di aver anticipato i tempi anche in questo caso. Soltanto che, allora, credevamo che la Lega e il Polo avrebbero presentato candidati separati, e dunque speravamo di vincere. Andò male, ma con la coalizione ?Insieme per il Veneto? che si raccolse attorno al mio nome demmo vita ad una sorta di pre Margherita, che metteva assieme popolari, Democratici e tanta società civile. Fuori, francamente, già allora era tutto chiaro: o si cambia o si muore dissi a tutti i componenti dell?Ulivo. Ma a lei Nanni Moretti sta simpatico? Ha ripetuto critiche e osservazioni largamente presenti in molte analisi di molti osservatori dell?Ulivo, me compreso, ma il clamore che è seguito alle sue parole spero che sia salutare nel costringere i Democratici di sinistra e Margherita a ripensare il percorso politico seguito fino a oggi. E a cambiarlo. La federazione tra questi due soggetti e una classe dirigente nuova e credibile è la soluzione. Aggiungo solo che io non mi sono mai limitato a dire che l?Ulivo fa schifo. Io lavoro per cambiarlo.


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