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Fratelli d’Italia. E serpenti col Resto del mondo

L'Italia gioca, vince e convince. Canta l'inno di Mameli, sfila in parata ed è orgogliosa di sé. Impronte comprese?

di Maramao

I colori dell’Italia, la festa dell’Italia, l’inno dell’Italia. Quanta melassa sparsa a piene mani, presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in testa. Questa storia dell’inno nazionale, poi. Un testo incomprensibile per una musica insulsa, una marcetta militare, falsa, posticcia. Come buona parte della retorica risorgimentale, peraltro. “Mito” storiografico inventato dai mazziniani e dai garibaldini ufficiali (ché c’erano pure quelli maledetti…) “prima” che il nostro Bel Paese diventasse una Repubblica. Trattavasi, allora, di monarchia. Sabauda. Cioè francese, a dirla tutta. E mai nessuno che ricordi – ora che stanno per rientrare, gli ultimi Savoia – cosa combinarono. Al Sud, ad esempio, con la repressione nel sangue del brigantaggio e dei moti contadini. E al Nord, con i cannoni di Bava Beccaris contro gli operai e gli intellettuali. E a Roma, con la non libera Chiesa in non libero Stato. Il tutto fatto con la complicità dei mazziniani, garibaldini (e massoni) dell’epoca. Senza dire delle tre guerre risorgimentali e due guerre mondiali, affrontate con sciattezza e impreparazione, vigliaccheria e ottusità. Finite sempre da una parte diversa rispetto a quella con cui venivano cominciate. Quale modello d’Italia ha in mente questa nostra classe dirigente e lo stesso presidente Ciampi, quello che viene detto – dai manuali di diritto costituzionale – una figura simile a un monarca, soltanto che – per forma e diritto – repubblicano? Quell’ “Italietta” risorgimentale? Speriamo di no. Ma speriamo neanche quella della legge Bossi-Fini che vuole prendere le impronte agli immigrati. O quella visibile dalla Flaminia decappottata, mentre si passano in rivista le truppe. Fiera di esportare le sue armi migliori (leggere o pesanti che siano) al mondo. Quella di Roma-Polo e Roma-Ulivo che si dividono su Biagi, Santoro, Luttazzi. Si scontrano su Borrelli, Caselli, Castelli. Ma che sulla nuova legge sull’immigrazione o sul furto con scasso alla legge sulle armi la pensano uguale. Fratelli d’Italia? Di certo parenti-serpenti. Per il Terzo, Quarto e Quinto Mondo. Altro che mundial. A proposito: Forza Italia, s’intende.


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