Welfare

Francia, la Danone in mano ai fondi etici

La multinazionale nell'occhio del ciclone per la ristrutturazione. Aveva un rating di sostenibilità molto buono

di Redazione

La Francia è scossa dal caso Danone: la multinazionale alimentare in crisi ha infatti annunciato licenziamenti massicci, mettendo in grave imbarazzo il governo del socialista Jospin: 1.780 persone lasciate senza lavoro, di cui 570 in Francia. Il tutto dopo aver annunciato lo scorso anno un utile di 1.200 miliardi di lire. Tuttavia è una crisi che ha una componente di novità: per la prima volta anche le agenzie di rating etico entrano nel dibattito. Danone infatti aveva sempre vantato eccellenti valutazione in termini di sostenibilità sociale e ambientale, e anche adesso, dovendo procedere a scelte drastiche, si fa paravento con la bontà della propria politica industriale precedente. Così giornali ed esperti hanno interpellato le agenzie di rating etico d’Oltralpe per sentire il loro giudizio. Arèse, che è la più autorevole, ha comunicato di aver messo Danone sotto osservazione, pur ammettendo che il comportamento precedente del gruppo era stato molto buono. Più severo il giudizio di Ethos, un’agenzia con base in Svizzera, che contesta al gruppo di non aver fatto comunicazioni chiare sugli ogm e di aver portato avanti una politica troppo aggressiva sui mercati emergenti. Utopie, invece, attacca la Danone per «l’insufficiente trasparenza». Nel dibattito si inseriscono anche i fondi d’investimento etici, che hanno sempre avuto la Danone in portafoglio. Per ora i fondi hanno difeso il titolo, che in borsa ha perso oltre il 15 % dall’inizio dell’anno; ma Isabelle Delattre, che gestisce i fondi France Expansion Durable, avverte: «Se Arèse dovesse abbassare il rating di Danone, saremmo costretti a vendere». Anche se poi aggiunge: «Nel passato il gruppo ha sempre saputo gestire le sue risorse umane. La punizione della Borsa è troppo severa. Hanno dovuto affrontare una situazione di concorrenza molto critica: per ora la presenza delle azioni Danone nel nostro portafoglio è del tutto giustificata». Intanto però la vicenda Danone ha dato luogo un’alleanza inedita tra lavoratori e consumatori. Infatti da numerose associazioni è stata lanciata un’iniziativa di boicottaggio dei prodotti dei vari marchi radunati sotto il tetto della multinazionale. E un sondaggio ha rivelato che sette francesi su dieci si sono detti disposti a metterlo in pratica. Commentano dalla casa madre assediata dalla protesta: «Più l’impresa s’impegna a livello sociale, più la reazione sociale è feroce». Anche i sindacati sono scettici sull’iniziativa. Temono altre ripercussioni su chi lavora: «Non vorremmo che alla fine l’unica a ridere fosse la Nestlé…»


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