Famiglia
Francia: governo Sarkozy, il totoministri
Oggi Sarkò si insedia all'Eliseo e intanto si precisano le ipotesi sul governo che andrà a formare. Tra le sorprese anche personalità del non profit
In Francia non si parla d’altro: la formazione del governo formato Sarkozy. Tra pochi minuti il presidente appena eletto prenderà ufficialmente possesso dell’Eliseo al termine il passaggio di consegne con il suo predecessore Jacques Chirac. Dopo di che si fa davvero sul serio. Anzi, le ultime 72 ore di Sarko sono state intesissime. Ore e ore a scervellarsi per assegnare i quindici ministeri ambiti dai suoi fedeli, ma anche da chi sa che la rivoluzione politica di Sarkozy potrebbe offrire opportunità impensabili fino a poche settimane. Tra loro, c’è il French Doctor socialista Bernard Kouchner, la prima grande sorpresa dell’era Sarkozy. L’ex fondatore di Medici senza frontiere, già ministro della Sanità nel governo Jospin, avrebbe accettato l’invito di Sarkozy ad assumere le funzioni di ministro degli Esteri (mentre dietro le quinte si paventa l’ipotesi di un altro socialista, Hubert Védrine, già responsabile della diplomazia francese nell’era Jospin, pronto a collaborare con Sarkozy sul progetto dell’Unione Mediterranea). Il neo presidente l’aveva promesso: “voglio un governo che rispecchi le diverse anime del paese”. E così è stato, con la conseguenza di rompere con le logiche dell’alternanza politica che hanno caratterizzato la V Repubblica francese, ovvero attraverso governi “monocolori” di sinistra o di centrodestra.
Nelle ultime ore gira voce di una possibile entrata nel nuovo governo di Nicole Cotat, ex dirigente della CFDT (sindacato), per la guida di “un importante ministero” (secondo il quotidiano della free-press 20 Minutes). Terza sorpresa, tutta da confermare, ma che potrebbe creare un vero e proprio terremoto nel mondo non profit francese sarebbe la nomina del presidente di Emmaus, Martin Hirsch, come segretariato di Stato. Due altri segretari di stampo socialista dovrebbero far parte del nuovo governo: Eric Besson, ex consigliere economico di Ségolène Royal e protagonista di un trasloco clamoroso sulla sponda dell’Ump durante la campagna elettorale, e Jean-Pierre Jouyet, alto funzionario (vicino alla coppia Royal-Hollande) annunciato al ministero degli Esteri in compagnia di Kouchner.
Per il resto è un gioco delle carte tra i fedeli di Sarkozy. Con ogni probabilità, già oggi si saprà il nome del primo ministro: arcifavorito, François Fillon, deputato del partito presidenziale e braccio destro di Nicolas Sarkozy. Entro domani, massimo lunedì, si conosceranno i ministri chiamati a mettere in atto le promesse (e sono tante) del presidente appena eletto: Alain Juppé, un uomo di Jacques Chirac rimasto al centro di uno scandalo finanziario, è annunicato al ministero dell’Ambiente, Energia e Trasporti; gli Interni, l’Immigrazione e l’Identità nazionale dovrebbe andare a Rachida Dati, portavoce di Sarko durante la campagna presidenziale e volto nuovo (con tinta mediterranea) della politica francese; alla Sicurezza si parla di Michèle Alliot-Marie, ex ministro uscente (Difesa); al potentissimo ministero della Strategia economica e del lavoro, Jean-Louis Borloo.
Conviene poi segnalare alcuni posti-chiave all’Eliseo: Claude Guéant, direttore della campagna di Sarkozy dovrebbe diventare, salvo clamorose sorprese, segretaria generale dell’Eliseo; Henri Guaino, la mente del presidente e firma di tutti i suoi discorsi, sarà il suo consigliere speciale. Il ministero della coesione sociale dovrebbe andare a invece a Christine Boutin, cattolica, giornalista, anti Pacs e contro l’adozione per le coppie omosessuali, nominata nel 1995 consultore per il Pontificio Consiglio per la Famiglia. Infine, si segnala l’acquisto da parte di Sarko di due giornaliste: Catherine Pégard, caporedattrice del settimanale conservatore Le Point, sarà consigliere del presidente, così come Georges-Marc Benamou, ex direttore del giornale pro-Mitterand Globe Hebdo e editorialista a Nice Matin.
Infine un’ultima sorpresa non profit: Jacques Attali, economista di statura internazionale, ex super consigliere di Mitterand e presidente di PlanetFinance, una non profit specializzata nel microcredito, starebbe meditando una proposta di Sarkozy di coinvolgerlo nella politicaz estera francese. A Libération, Attali ha detto di “pensarci su”, sottolineando “la vera amicizia” che lo lega a Nicolas Sarkozy, “nonostante le tante divergenze che ci separano sul piano politico”.
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