Famiglia

Francia: dirigente ong lascia, «affaristi»

Sylvie Brunel presidente di Action contre la faim si dimette e accusa tutto il sistema ong: scarsa trasparenze, stipendi alle stelle. «Non c'è niente di umanitario»

di Giampaolo Cerri

Dimissioni choc. Sono quelle di Sylvie Brunel, presidente (fino a ieri) di Action contre la faim-Acf. Quarantuno anni, geografa, con un’esperienza in Medici senza frontienre alle spalle, questa dirigente di ong lascia il mondo della cooperazione, sbattendo la porta. «Ho capito di avere a che fare con un business», ha detto ha Libération. Secondo la Brunel «si allarga il fossato fra le attese dei cittadini donatori e la realtà delle ong: «Le organizzazioni lavorano soprattutto per loro», dice. Acf raccoglie 75 milioni di franchi all’anno da 500mila persone. «Quando le ong dicono che l’80% del loro budget viene utilizzato “sul terreno”», dice la Brunel, «dimentica di dire che viene utilizzato anche per i salari e le sedi». E anche sugli stipendi la Brunel accampa alcune obiezioni: «Quelli dei quadri superano abbondantemente i 30mila franchi al mese». Secondo l’ex-dirigente «le ong obiettano di volere professionisti e di doverli pagare, ma di questo bisogna informare i donatori che, mediamente, guadagnano 3/4 volte meno di coloro cui affidano i loro soldi». Brunel accusa il sistema delle ong di scarsa trasparenza «quando invece le organizzazioni stesse la pretendono da tutti e a qualsiasi livello». Durissime le conclusioni: «Queste strutture hanno prodotto una nomenklatura che non ha niente di umanitario, né negli stipendi, né nella mentalità».


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