Welfare

Francia: Cpe, ora tratta Sarkozy

Scaricato il Premier De Villepin, il Presidente Chirac affida al ministro dell'interno Sarkozy l'incarico di aprire il dialogo con gli anti-Cpe

di Redazione

Alla vigilia della quinta giornata di protesta contro i Contratti di primo impiego, il governo francese tenta di nuovo la carta del dialogo con sindacati e studenti. Questa volta pero’ a trattare non e’ piu’ il premier Dominique de Villepin, bensi’ il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy. Ufficialmente Sarkozy ha preso in mano la questione in quanto capo del partito di maggioranza, l’Unione per un movimento popolare (Ump), dal momento che si profila una modifica parlamentare dei Cpe e si cerca un’intesa sia in Senato sia alla Camera. La stampa francese oggi pero’ e’ stata impietosa con Villepin. “Il primo ministro bis”; cosi’ ‘Le Parisien’ ha definito Sarkozy, nel sottolineare l’anomalia. Gia’ nel fine settimana il ministro dell’Interno ha avuto contatti telefonici con i leader sindacali per spiegare come intende procedere. Sulla scia delle indicazioni date dal presidente Jacques Chirac, si profila una modifica dei punti piu’ contestati della legge che, cosi’ come e’ entrata in vigore ieri, consente ai datori di lavoro di licenziare senza giusta causa i giovani sotto i 26 anni durante un periodo di prova di due anni. Non a caso, il governo ha subito scritto alle organizzazioni degli imprenditori invitandoli a non firmare Cpe. I gruppi dell’Ump all’Assemblea Nazionale e al Senato hanno tempo fino all’inizio di maggio per presentare un nuovo progetto di legge. Di certo si dimezzera’ a un anno il periodo di prova e probabilmente si obblighera’ i datori di lavoro a fornire motivazioni scritte per il licenziamento. Su quest’ultimo punto Villepin continua a non voler cedere, ma Sarkozy e’ di tutt’altro avviso. “La motivazione scritta in caso di licenziamento e’ uno degli argomenti in discussione”, ha confermato Patrick Devedjian, stretto collaboratore del ministro. Non a caso, l’ex premier Eduard Balladur considera ormai archiviati i contestati contratti. “Il Cpe e’ morto”, ha dichiarato alla radio Europe1. Ora, ha aggiunto, il problema “e’ sostituire il Cpe con qualcosa che ne mantenga i vantaggi e cancelli gli svantaggi”. Sindacati e studenti non si accontentano delle parole e hanno annunciato che porteranno avanti la loro battaglia fino all’abrogazione del testo. La mobilitazione di domani e’ confermata e la speranza e’ di ripetere il successo di una settimana fa quando in tutto il paese scesero in piazza tre milioni di persone. Il dialogo pero’ continua. “Risponderemo si’ agli inviti” a negoziati “fino a quando vi saranno garanzie che non sara’ firmato un solo Cpe”, ha spiegato il leader studentesco Bruno Julliard. Disponibile al negoziato e’ anche Jacques Voisin, del Cftc: “Se queste discussioni hanno lo scopo di adottare misure che rispondano alle preoccupazioni dei giovani e di affrontare in generale il tema del loro accesso al mondo del lavoro, perche’ no?”.


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