Welfare
Francesco scomunica i mafiosi: «La ‘ndgrangheta è adorazione del male»
Il Papa ha fatto visita ai carcerati di Castrovillari, ha incontrato le due nonne e il padre di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso a Cassano all'Ionio. Il Pontefice, nel suo viaggio in Calabria, ha usato parole forti: «la 'ndgrangheta è adorazione del male», è un idolo che disgrega il bene comune
di Marco Dotti
Erano in 200.000 sulla Piana di Sibari, ma questa non è una novità. Ovunque vada, Papa Francesco accende gli entusiasmi e la speranza. Lo aveva promesso, dopo la morte di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso e dato alle fiamme nel gennaio scorso. Lo aveva promesso ed è stato di parola: "non vi lascerò soli".
Nella spianata dell'ex Insud Papa Francesco ha pregato per il bene comune e poi ha affondato il colpo, contro tutto ciò che corrompe questo bene comune: in primis la corruzione. Prima di tutto, ha detto il Papa, «noi siamo un popolo che adora Dio. Noi adoriamo Dio che è amore, che in Gesù Cristo ha dato se stesso per noi, si è offerto sulla croce per espiare i nostri peccati e per la potenza di questo amore è risorto dalla morte e vive nella sua Chiesa. Noi non abbiamo altro Dio all’infuori di questo!».
Poi, Papa Francesco è tornato su un tema chiave del suo pontificato: la critica dell’idolo.
«Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato».
La ’ndrangheta è questo movimento perverso, ha detto il Papa, che non ci spinge verso l'altro (e quel massimamente altro che è Dio), ma verso un idolo nero. La «’ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi, ce lo domandano i nostri giovani bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare. Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!».
Il 21 marzo scorso, Papa Francesco aveva chiesto sottovoce ai mafiosi di convertirsi. Nella Chiesa romana di San Gregorio VII, alla fine della veglia di preghiera promossa da Libera, il Papa aveva detto: «Ve lo chiedo in ginocchio: mafiosi convertitevi! C’è ancora tempo per non finire nell’inferno che vi aspetta se continuerete sulla strada del male».
Oggi non è più tempo di chiedere, ma di scegliere. Perché l'inferno sarà l'esito di questa scelta ed è lì – così aveva ribadito Papa Francesco, l'11 giugno – che finiranno coloro che avranno scelto la strada più semplice e più vile: la corruzione e il traffico di morte.
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