Formazione

Francesco: “Caro Fini ecco ciò che penso”

Riproponiamo due brani raccolti nel libro della pace a cura di Luca Ribolini edito da Vita la scorsa primavera. Libro sempre più necessario in epoca di interessati revisionismi. Ordinatelo.

di Redazione

Per ordinare Il Libro della pace: clicca qui Questo celebre episodio è raccontano da Tommaso Celano nella sua biografia di San Francesco. Nel giugno 1219 il santo partì per l?Oriente sulla nave che portava i crociati della IV Crociata. Ma il suo proposito era l?opposto di quello dei bellicosi cristiani. Cerco di convincerli invano e ne predisse la sconfitta. Vinse lui, uomo di pace, nel 1220 riuscì a predicare davanti al Sultano d?Egitto. ?Allorché l?esercito cristiano teneva sotto assedio Damiata, vi si trovò il santo di Dio coi suoi compagni, poiché aveva passato il mare per desiderio del martirio. Un giorno dunque che i nostri si preparavano per uscire a combattimento, saputolo il Santo, se ne attristò gravemente e disse al compagno: ?Se oggi si verrà alle mani, il Signore mi mostra che i cristiani non avranno la vittoria. E intanto se lo dirò, mi crederanno pazzo; se tacerò, non avrò tranquillità di coscienza: cosa ti par dunque che io debba fare??. Gli risponde il compagno: ?Padre, non devi darti pensiero del giudizio degli uomini, tanto che più che non cominci soltanto ora ad esser creduto pazzo; libera la tua coscienza, e temi Dio piuttosto che gli uomini?. Si alzò dunque su il Santo e si diede ad ammonire i cristiani di non dar battaglia, predicendo la rotta. Ma quelli volsero in ischerzo il verace annunzio, indurirono il cuore e non vollero prestar fede all?avvertimento. Si avanzano, attaccano battaglia, combattono col nemico a corpo a corpo; frattanto il Santo con l?animo trepidante fa alzare il compagno a spiare, e dopo un primo e un secondo vano tentativo, gli comanda di guardare la terza volta; ed ecco volgere in fuga tutto l?esercito cristiano, riportando a fine della lotta l?obbrobrio in luogo del trionfo. Fu sì terribile lo sterminio dei nostri, che il numero dei morti e dei prigionieri salì a sei mila. Era pieno di compassione il Santo, ed essi di pentimento?. Del santissimo miracolo che fece santo Francesco, quando convertì il ferocissimo lupo d?Agobbio. Questo celebre episdio è raccontato nei ?Fioretti di San Francesco, un testo pubblicato alla fine del ?200 e che racconta in 53 capitoli gli episodi chiave della sua vita. L?episodio raccontato è circostanziato nella data e nel luogo: accadde a Gubbio nel 1222. Al tempo che santo Francesco dimorava nella città d?Agobbio, nel contado d?Agobbio apparì un lupo grandissimo e terribile e feroce. Il quale non solamente divorava gli animali, ma eziando gli uomini; in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura, però che spesse volte s?appressava alla città. E tutti andavano armati quando uscivano della terra, come s?eglino andassero a combattere; e con tutto ciò non si potevano difendere da lui, chi in lui si scontrava solo. E per paura di questo lupo vennono a tanto, che niuno era ardito d?uscire fuori della terra. Per la qual cosa santo Francesco, avendo compassione agli uomini della terra, si volle uscire fuori a questo lupo, benché i cittadini a tutto me lo sconsigliavano. E facendosi il segno della santa croce, uscì fuori della terra, egli co? suoi compagni, tutta la sua confidenzia ponendo in Dio. E dubitando gli altri d?andare più oltre, santo Francesco prende il cammino inverso il luogo ove era il lupo. Ed ecco che, veggendo molti cittadini i quali erano venuti a vedere questo miracolo, il detto lupo si fa incontro a Santo Francesco colla bocca aperta; ed appressandosi a lui, santo Francesco sì gli fa il segno della croce, e chiamalo a sé, e dice così: ?Vieni qua, frate lupo; io ti comando dalla parte di Cristo che tu non faccia male né a me né a persona?. Mirabile cosa a dire! immantanente che santo Francesco ebbe fatta la croce, il lupo terribile chiuse la bocca, e ristette di correre. E fatto il comandamento, venne mansuetamente come uno agnello, e gittossi a? piedi di santo Francesco a giacere. Allora santo Francesco gli parla così: ?Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti, ed hai fatti grandissimi malefici, guastando e uccidendo le creature di Dio sanza sua licenzia. E non solamente hai uccise e divorate le bestie, ma hai avuto ardimento d?uccidere e di guastare gli uomini fatti alla immagine di Dio; per la qual cose tu se? degno delle forche come ladro e omicida pessimo; e ogni gente grida e mormora di te, e tutta questa terra t?è nimica. Ma io voglio, frate lupo, far pace tra te e costoro; sì che tu non gli offenda più, ed eglino ti perdoneranno ogni offesa passata, e né gli uomini né i cani ti perseguiteranno più?. Detto queste parole, il lupo con atti di corpo e di coda e d?orecchi e con inchinare di capo mostrava d?accettare ciò che santo Francesco diceva, e di volerlo osservare. Allora santo Francesco disse: ?Frate lupo, da poi che ti piace di fare e di tenere questa pace, io ti prometto ch?io ti farò dare le spese continuamente, mentre che tu viverai, dagli uomini di questa terra, sì che tu non patirai più fame; imperò ch?io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male. Ma poiché io t?accatterò questa grazia, io voglio, frate lupo, che tu mi prometta che tu non nocerai mai a niuno uomo, né a niuno animale. Promettimi tu questo??. E il lupo con inchinare di capo fece evidente segnale che prometteva. E santo Francesco dice: ?Frate lupo, io voglio che tu mi faccia fede di questa promessa, acciò che io me ne possa fidare?. E distendendo santo Francesco la mano per ricevere fede, il lupo levò su il pié dinanzi, e dimesticamente il pose sopra la mano di santo Francesco, dandogli quel segnale di fede che poteva. Allora disse santo Francesco: ?Frate lupo, io ti comando nel nome di Gesù Cristo, che tu venga con meco senza dubitar di nulla; e andiamo a fermare questa pace al nome di Dio?. E il lupo ubbidiente se ne va con lui come uno agnello mansueto. Di che i cittadini veggendo questo, forte si maravigliavano. E subitamente questa novità si seppe per tutta la terra; di che ogni gente, grandi e piccoli, maschi e femmine, giovani e vecchi traggono alla piazza a vedere il lupo con santo Francesco. Ed essendo ragunato ivi tutto il popolo, levasi su santo Francesco e predica loro, dicendo, tra l?altre cose, come per li peccati Iddio commette tali pestilenze; ?e troppo più pericolosa la fiamma dello ?nferno, la quale ha a durare eternalmente a? dannati che non è la rabbia del lupo, il quale non può uccidere se non il corpo; quanto è dunque da temere la bocca dello ?nferno, quando tanta moltitudine tiene in paura e in terrore la bocca d?uno piccolo animale! Tornate adunque, carissimi, a Dio, e fate degna penitenzia de? vostri peccati, e Iddio vi libererà del lupo nel presente, e nel futuro dal fuoco eternale?. E fatta la predica, disse santo Francesco: ?Udite, fratelli miei: frate lupo, che è qui dinanzi a voi, ha promesso, e fattomene fede, di fare pace con voi e di non offendervi mai in cosa veruna, se voi gli promettete di dargli ogni dì le spese necessarie. Ed io entro mallevadore per lui che ?l patto della pace egli osserverà fermamente?. Allora il popolo tutto a una voce promisono di nutricarlo continuamente. E santo Francesco dinanzi a tutto il popolo disse al lupo: ?E tu, frate lupo, prometti d?osservare i patti della pace a costoro, che tu non offenderai né gli animali né gli uomini né niuna creatura??. E il lupo, inginocchiandosi e inchinando il capo e con atti mansueti di corpo e di coda e d?orecchi, dimostrava quanto è possibile, di volere osservare loro ogni patto. Dice santo Francesco: ?Io voglio, frate lupo, che, come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così qui dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa, e che tu non mi ingannerai della tua malleveria ch?io ho fatta per te?. Allora il lupo, levando il piede ritto, sì lo pose in mano a santo Francesco. Onde, tra di questo atto, e degli altri detti di sopra, fu tanta ammirazione e allegrezza in tutto il popolo, sì per la divozione del santo e sì per la novità del miracolo e sì per la pace del lupo, che tutti cominciarono a gridare a cielo, lodando e benedicendo Iddio il quale aveva mandato loro santo Francesco, che per li suoi meriti gli aveva liberati dalla bocca della crudele bestia. E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi dimesticamente per le case a uscio a uscio, sanza fare male a persona e sanza esserne fatto a lui; e fu nutricato cortesemente dalle genti; e andavasi così per la terra e per le case e giammai niuno cane gli andava dietro. Finalmente, dopo due anni, frate lupo si morì di vecchiaia. Di che i cittadini molto si dolevano; imperò che, veggendolo andare così mansueto per la città, si ricordavano meglio della virtù e santità di santo Francesco. A laude di Cristo. Amen.


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