Politica
Franceschini Robin Hood
500milioni per comuni e volontariato: la proposta avanzata dal segretario Pd al termine di un incontro con il Terzo settore
500 milioni di euro da dare ai comuni e al volontariato perché affrontino con più mezzi il sempre più preoccupante fenomeno della povertà estrema. «Porterò in Parlamento questa proposta, che si potrà finanziare con due punti percentuali di Irpef sui redditi alti. Sarà una tassa della solidarietà che coinvolgerà circa 200mila contribuenti, parlamentari compresi». Così il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha concluso l’incontro con le realtà associative che si occupano di povertà estrema, svoltosi stamani a Roma.
Le ragioni di un incontro
All’appuntamento – organizzato da Gianluca Lioni, responsabile Pd per il Terzo settore – hanno partecipato oltre a Franceschini, gli onorevoli Livia Turco Enrico Letta e Tiziano Treu e le organizzazioni più rappresentative che seguono il fenomeno delle nuove e vecchie povertà. Di fronte ad una spesa sociale come quella italiana, che è in media sostanzialmente a quella europea ma che da quest’ultima si diversifica molto per la sua articolazione, occorre individuare nuovi strumenti per contrastare una crisi globale che ha appena cominciato a farsi sentire. Da qui l’idea di un confronto con il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Così Enrico Letta e Livia Turco hanno in sostanza motivato l’incontro, reso più urgente da «una risposta del governo profondamente insoddisfacente». Perché non bastano soluzioni spot. Occorrono iniziative rapide che possano evolvere in azioni strutturali. E soprattutto è necessaria una politica organica di lotta alla povertà estrema.
Un fenomeno dimenticato
Un po’ perché fa più notizia l’aumento dei furti nei supermercati (+ 4,1% nell’ultimo periodo, commessi spesso da anziani), un po’ perché i nuovi disoccupati inevitabilmente conquistano la scena (è di oggi la notizia che nei primi due mesi dell’anno 370mila persone hanno perso l’impiego), fatto sta che di povertà estrema si parla poco nel nostro paese (come, del resto, documentano gli ultimi due numeri di Communitas). Povertà e disagi che stanno aumentando come hanno variamente testimoniato i rappresentanti del Terzo settore che hanno preso la parola. Da Francesco Marsico, vicedirettore della Caritas, a Paolo Pezzana (che presiede la federazione delle organizzazioni dei senza fissa dimora), da Gianni Bottalico (dell’Acli meneghina: ha presentato il fondo di solidarietà della diocesi di Milano) a Marco Lucchini della Fondazione Banco alimentare: tutti hanno sottolineato con preoccupazione che il fenomeno delle povertà estreme è destinato ad aggravarsi. E proposto alcune soluzioni. Andrebbero trovati,ad esempio, strumenti che agevolino (anziché ostacolare) il riciclo del cibo. Come pure si dovrebbero trovare delle risorse per l’economia alternativa del non profit. Se ne trovano per l’economia tradizionale. Perché no, nel caso delle cooperative sociali? O nel caso dell’assistenza domiciliare (da tempo insufficiente, come ha puntualizzato Daniela Poppei della Comunità di Sant’Egidio).
Non si parla più di diritti
Ma al di là delle singole azioni e dei singoli segmenti del fenomeno, quel che è emerso nel corso della mattinata è il venir meno di ogni “discorso” relativo ai diritti degli individui. Sul fronte dei senza fissa dimora ad esempio come ha raccontato Antonio Gummolo, presidente dell’associazione Avvocati di strada (con il disegno di legge sulla sicurezza, quante tutele in meno? E quanti diritti passati sotto silenzio..). Sul fronte della povertà in generale. Su quello dei diritti dei consumatori (Class action? Neutralizzata. Lotta all’evasione? Messa all’angolo – ha sottolineato Paolo Landi dell’Adiconsum). E che dire dei diritti dei minori? (Lo hanno ricordato insieme Save the children e, ed è indicativo, Auser). Insomma un terreno su cui lavorare è – accanto a quello economico-legislativo – quello culturale per promuovere solidarietà e inclusione sociale.
La proposta del Pd
Al termine della mattinata di ascolto, la proposta di Franceschini di cui si diveva. Una tassa con cui i più fortunati (circa 200mila contributori) potranno dare un contributo ai meno fortunati. «Una misura per affrontare l’emergenza del 2009. Lo stesso senso della proposta dell’assegno di disoccupazione», ha spiegato il segretario del Pd, «Viceversa ci la linea del governo – anomala rispetto agli esecutivi di tutto il mondo – è quella di negare a nascondere la crisi. Accanto a iniziative d’emergenza, occorrono però azioni strutturali, sulle quali intendiamo lavorare anche rendendo meno episodici incontro come quello di oggi».
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