Volontariato

Francamente senza parole

di Andrea Cardoni

Un signore che ieri mi ha lasciato senza parole una volta mi ha scritto le sue: «Sapere che a 27 anni si ragiona con questa lucidità e si vive con questo impegno mi conferma che vale la pena, ogni giorno, di raccontare la parte migliore della nostra vita» e io non pensavo che parlargli di una cosa come “le mutande”, durante il terremoto a L’Aquila, piacesse a uno che tutta la sua vita l’ha passata a scegliere e a scrivere e a insegnare le parole, quelle più giuste possibili, quelle che raccontavano le persone e le loro storie nel modo più rispettoso possibile. Questo signore, che ancora oggi mi ha lasciato senza parole, lui che era uno libero le parole che scriveva qui poi ne spiegava il senso e il significato, come quando mi ha spiegato che «Ci si arriva a pensare all’abilità solo dopo aver visto cosa manca, cosa non c’è» e lui, adesso che non c’è, per quanto possa avergli parlato di mutande, di Inter, di Ibra o di Africa, forse ancora non l’ho capito quanto già mi mancano le sue parole e stavolta non voglio nemmeno sapere dov’è che è andato perché tanto ne scriverebbe ogni giorno e con le parole giuste, quelle più giuste possibili, se ne valesse la pena.

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