Non profit

Fossati, industriale dal dono facile

Il padrone della Star, morto a Linate, aveva ricalcato le orme del padre, fondatore del Banco alimentare e finanziatore della Lega del filo d’oro e di altre realtà. Lo ricorda Bartoli

di Giampaolo Cerri

Ringrazio mio padre e tutte quelle persone che, come lui, nella propria vita, senza mai chiedere nulla a nessuno, hanno creduto e credono nella loro forza morale e capacità intellettuale per realizzare queste opere utili e necessarie per chi ha veramente bisogno». Firmato: Luca Giovanni Fossati. Queste poche righe, che chiudono l?introduzione al libro di Gianluigi Da Rold Il Banco alimentare (Marietti editore), sono una delle rare testimonianze personali del giovane presidente della Star, morto l?8 ottobre scorso nell?incidente di Linate.
La riservatezza era infatti uno stile di famiglia ad Agrate Brianza. Il padre, Danilo, aveva fondato il Banco alimentare, donato un terreno alla Lega del filo d?oro per la realizzazione di un centro di riabilitazione, finanziato la nascita della Fondazione Moscati di Milano per l?assistenza agli anziani. Ma sulle sue generose donazioni il cavalier Fossati, l?inventore del doppiobrodo e a capo di una delle industrie agroalimentari più grandi d?Italia, aveva sempre fatto calare una rigida cortina di riserbo. Quando, morto nel ?95 il fondatore, arriva alla presidenza il figlio Luca, la musica non cambia.
«L?ho incontrato un paio di volte all?inizio del 2000», racconta il segretario delle Lega del filo d?oro, Rossano Bartoli, «perché dovevamo presentare il progetto che interessava proprio i terreni donati dai Fossati». A Lesmo, fra Monza e Milano, nei 46mila metri quadrati donati dalla famiglia degli industriali, sta sorgendo un moderno centro di riabilitazione per i sordociechi dell?Italia settentrionale che non saranno più obbligati così a lunghe trasferte a Osimo, vicino ad Ancona, nella sede dell?associazione. «Fossati mi è sembrato il ritratto del padre, un uomo molto concreto, alla mano, che andava diritto alle questioni e sempre molto discreto». Eppure il gruppo industriale brianzolo era da tempo benefattore dell?associazione di Osimo: «La signora Nuccia, la madre di un ragazzo che assistiamo, ogni anno a Natale, ritirava da Fossati-padre una generosa offerta per l?associazione», racconta il segretario della Lega. «Fu a lei che il cavaliere propose il terreno di Lesmo per la costruzione del centro. Ed è stata lei, l?altro lunedì, ad avvisarmi della tragedia di Linate ».
Anche a Monza, alla sede della Fondazione Banco alimentare, c?è la certezza di aver perduto un amico sulla pista maledetta dell?aeroporto milanese. Luca Fossati era rimasto legato all?associazione. Il padre l?aveva fortemente voluta, tanto da chiedere aiuto, per darle braccia e cuori, a don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e liberazione. E la Fondazione nacque, nel 1989, allargandosi ben presto in tutta Italia.
L?amicizia nata tra i Fossati e il sacerdote sarebbe stata decisiva anche per la nascita di un?altra fondazione originata dall?impegno di medici e sanitari cattolici, la Giuseppe Moscati, che a Milano assiste decine di anziani non autosufficienti.
Non è un caso quindi che fra le decine di necrologi sul Corriere della Sera in ricordo di Luca Fossati , ci fosse anche quello di don Luigi Giussani: «Come la Madonna si vide sottrarre il figlio per una resurrezione, così anche noi siamo nella certezza che fa vivere nella speranza il dolore immenso di un distacco».

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