Non profit

Forum Terzo settore e Ong scrivono a Berlusconi

Una lettera aperta per proporre un "patto di programma che permetta di di consolidare il rapporto tra la società civile e gli organi di governo del nostro Paese"

di Redazione

Egregio Signor Presidente,

Lo scenario internazionale profondamente mutato a seguito degli ultimi tragici avvenimenti che hanno sconvolto la comunità internazionale, ci ha spinto una volta di più a riflettere, valutare e confrontarci sul ruolo che le Associazioni di società civile e le ONG svolgono per la costruzione di un futuro di giustizia e di convivenza pacifica tra i popoli portandoci ad adottare un documento condiviso su “L’impegno politico del Forum sulle principali questioni internazionali”.
La profonda convinzione che solo con una piena partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni nella elaborazione delle politiche dei rispettivi Paesi si possa perseguire questo comune obiettivo, si coniuga con la comprovata volontà delle nostre organizzazioni di rendere disponibile l?enorme patrimonio di esperienza accumulato in decenni di lavoro al fianco delle popolazioni dei Paesi dei Sud del mondo e di avanzare proposte qualificate verso l?individuazione di politiche rispettose dei diritti di tutti e di una maggior giustizia sociale.
Nella consapevolezza che sia dovere di ogni buon governo promuovere e tutelare gli interessi diversificati dei cittadini dei rispettivi Paesi, non possiamo non sottolineare come oggi sia più che mai urgente ed irrinunciabile riporre una altissima priorità nella cooperazione allo sviluppo ed nella solidarietà internazionale. Una cooperazione allo sviluppo che sia realmente parte integrante e criterio di orientamento della politica estera del nostro Paese e della Unione Europea, e strumento principe nella lotta al terrorismo e nella costruzione di una pace duratura, così come ribadito nel dibattito politico che ha fatto seguito ai fatti dello scorso settembre nel nostro Parlamento come a livello delle istituzioni internazionali. La legislazione vigente in materia nel nostro Paese, necessita una urgente riforma che consenta, in continuità degli obiettivi di solidarietà in essa espressi, l?individuazione di strumenti e meccanismi che valorizzino appieno la soggettività delle organizzazioni e delle associazioni del terzo settore e della cittadinanza attiva del nostro Paese e rendano possibili attività di cooperazione allo sviluppo adeguate ai nuovi scenari internazionali. Chiediamo una politica estera efficace nel rispondere ai diritti delle popolazioni dei Sud del mondo ed incisiva nel far fronte allo scandalo della povertà che ancora rende schiavi centinaia di milioni di donne e di uomini del pianeta.
La fame, il degrado ambientale e l?eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, il commercio delle armi, il debito estero ed i paradisi fiscali, le speculazioni finanziarie, la tratta delle persone, lo sfruttamento del lavoro minorile, le discriminazioni razziali e religiose, sono alcuni degli scandali che all?alba del terzo millennio la comunità internazionale ha il dovere di sradicare dal pianeta, senza distogliere l?attenzione dalla altrettanto necessaria azione per il consolidamento dei tessuti democratici e dei sistemi di garanzie sociali già presenti in alcuni Paesi. Al tempo stesso, questi sono alcuni degli ambiti nei quali le nostre organizzazioni hanno da decenni investito la disponibilità e la professionalità delle centinaia di migliaia di persone che partecipano e condividono il lavoro quotidianamente svolto al servizio dei poveri, degli oppressi e degli emarginati.
La straordinaria sequenza di appuntamenti internazionali che cadenzano i prossimi mesi e che coinvolgeranno i Governi e le società civili nella definizione di politiche e azioni volte a concretizzare soluzioni sostenibili alle grandi problematiche di questo momento fondamentale per la costruzione di nuove relazioni tra la comunità internazionale, ci portano a riaffermare con decisione la nostra fiducia nel ruolo e nelle funzioni che devono svolgere le Nazioni Unite. Il sostegno ad un sistema ONU riformato alla luce di una maggiore efficienza e democraticità deve essere un obiettivo prioritario per la politica estera del nostro Paese.

Tutto ciò impone un rinnovato e deciso impegno del Governo affinché vengano allocate le risorse economiche ed umane necessarie al fine di rendere concrete le volontà politiche spesso reiterate. La legge finanziaria per l?anno 2002 recentemente approvata dal nostro Parlamento, infatti, non sembra corrispondere con misure adeguate all?impegno richiesto ad un Paese come l?Italia inserito nel novero dei Paesi ricchi, ponendolo in una situazione di palese inferiorità, in quanto a destinazione dei fondi, nei confronti della media degli altri Paesi donatori.

Signor Presidente, è a partire dalle considerazioni sinteticamente sopra esposte che ci rivolgiamo a Lei, anche nella veste di Ministro degli Esteri ad interim, per richiedere con forza che ci venga garantito un ambito istituzionale nel quale poter proseguire il confronto ed il dialogo che da sempre abbiamo dimostrato di saper mantenere con il Governo ed in particolare con il Ministero degli Esteri.
Come Lei sa, abbiamo proposto a questo, come ai precedenti governi, un ?patto di programma? che vorremmo poter approfondire e discutere al fine di consolidare ulteriormente il rapporto tra la società civile e gli organi di governo del nostro Paese.

Sappiamo di poter contribuire in maniera significativa, politicamente e professionalmente qualificata alla individuazione delle scelte che il nostro Paese dovrà compiere nei prossimi mesi.
Contiamo sulla disponibilità del Governo da Lei presieduto affinché le istanze da noi rappresentate e quelle di cui ci facciamo portavoce trovino una attenta valutazione nel comune obiettivo della costruzione di un futuro di pace, e di giustizia per tutte le donne e tutti gli uomini del pianeta.

Sergio Marelli
Presidente Associazione delle Ong
Giampiero Rasimelli Edo Patriarca
portavoce Forum

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