«E’ impossibile restare in silenzio davanti alla violenza contro le persone con sindrome di Down emersa nel gruppo su Facebook» commenta Franceco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari.
«Molte voci si sono alzate, indignate, per bloccare le pagine, per perseguire i responsabili, per impedire, insomma, una barbarie che oggi sembra inarrestabile. Si tratta di un segnale di allarme che non deve essere banalizzato né sottovalutato: è vero che “sulla rete circola tutto e il contrario di tutto”, ma proprio per questo non è tollerabile che il disprezzo della dignità della persona umana si esprima senza conseguenze: non sono ragazzate, non sono atti goliardici: sono parole indegne di un Paese civile, che non hanno alcun diritto di cittadinanza.
«E che il nostro sia – o possa essere – un Paese civile lo testimoniano invece le migliaia di famiglie che accolgono i propri figli disabili (molte delle quali aderiscono al Forum attraverso le loro associazioni) oggi certamente ferite nella loro vita quotidiana: quelle famiglie che riescono a dire, con coraggio e dignità, che i loro figli disabili non sono un problema, ma sono il loro tesoro più grande. A queste famiglie ogni famiglia del Forum è e sarà sempre vicina, oltre la solidarietà, nella compagnia e nella condivisione: anche così si combatte la violenza, l’idiozia e la barbarie di questi terribili tempi.
«Ma richiediamo anche con forza, anzi, pretendiamo, interventi rapidi ed efficaci da parte dei pubblici poteri: chiudere le pagine su Facebook, perseguire i responsabili, costruire meccanismi più efficaci di vigilanza sulla rete e su tutti i mezzi di comunicazione, per impedire che le persone più fragili e indifese vengano ulteriormente violate.
«Apprezziamo in questo senso la tempestività del ministro Carfagna, che subito ha preso pubblica posizione, adempiendo correttamente ad una responsabilità istituzionale» conclude Belletti. «Lasciamo da parte le strumentalizzazioni da campagna elettorale; qui si tratta di combattere “senza se e senza ma” la barbarie della società contemporanea, che permette di usare in televisione la parola “mongoloide” come un insulto, che fa intravedere un ritorno dell’eugenetica, che non riesce più a rispettare la dignità di ogni vita per quella che è: un dono per tutti».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.