Cultura

Forum europeo: diocesi Fi, Chiesa è interressata

Don Giovanni Momigli, pastorale sociale: «Il fatto che la diocesi non partecipi non significa che non sia attenta a queste tematiche». Il Social Forum: «È uno strumento non un obiettivo»

di Giampaolo Cerri

‘Le posizioni delle forze politiche e sociali sono ormai note a tutti. E se non emergono elementi di pericolosita’ certa, capaci di far assumere decisioni ‘concordate’ fra i vari livelli istituzionali, dal 6 al 10 novembre Firenze ospitera’ il Social forum europeo. E Firenze, in tutte le sue componenti, deve dimostrare d’essere capace di raccogliere la sfida che gli sta davanti”. Lo afferma don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Firenze, il prelato che fin qui ha seguito per la Curia il coinvolgimento di settori del mondo cattolico nell’organizzazione del meeting no global. Don Momigli lamenta che la citta’ di Firenze non si sia preparata a dovere all’appuntamento e che quindi alla fine abbia vinto un clima di ”paura”.
”E’ una sfida da alcuni cercata e da altri subita, ma pur sempre una sfida – aggiunge don Momigli – che tutti dobbiamo saper positivamente affrontare, con il coraggio di scelte difficili, d’assumere eventualmente anche in ‘corso d’opera’ se gli eventi lo richiederanno. Firenze deve sapersi porre nei confronti del Social forum con una maturita’ degna della sua storia di citta’ del mondo, anche se citta’ di Guelfi e Ghibellini. E deve farlo attingendo alla sua identita’ di citta’ della cultura e dell’umanesimo: solo la riscoperta delle radici ed un attivo senso della memoria rende capaci di progetto e di futuro, facendo andare oltre quel clima politico-culturale affogato nel presente e caratterizzato da un pensiero debole diffuso”. ”Solo se ritrovano l’anima, la cultura e la politica – prosegue il responsabile della pastorale sociale della Diocesi di Firenze – possono assumere quella dimensione che e’ loro propria per la costruzione e la crescita della polis. Sentire forte il senso di appartenenza a Firenze, significa saper mettere Firenze, con la sua storia ed il suo futuro, la sua realta’ ed il suo ruolo, prima ed oltre le divisioni; come significa sentirsi parte di una citta’ che appartiene al mondo”.
Il Social forum e’ ”un mezzo, uno strumento, non l’obiettivo”, osserva don Giovanni Momigli. ”E sugli strumenti, non ci possono non essere pluralita’ di valutazioni e differenti atteggiamenti”, precisa il sacerdote, che aggiunge: ”Il fatto che la Diocesi in quanto tale non utilizzi questa modalita’, non partecipando al Social forum, non significa che la Chiesa fiorentina non sia interessata alle problematiche poste dalla globalizzazione, ne’ tanto meno che non si schieri”.
”Quello della globalizzazione e’ un processo che non puo’ essere fermato, ma deve essere governato – afferma don Momigli – prestando particolare attenzione alle popolazioni povere, assicurando un’equa distribuzione dei beni e delle risorse della terra tra i diversi Paesi ed i diversi cittadini, tutelando allo stesso tempo gli equilibri della natura, come dice testualmente il comunicato della Diocesi dopo l’incontro dei rappresentanti del Social forum con l’arcivescovo Ennio Antonelli”.

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