Welfare
Forum delle Diaspore per lo sviluppo sostenibile. Serve maggior ascolto
È mai possibile che una realtà innovatrice come quella delle Diaspore per lo sviluppo possa essere frenata e sminuita da chi l’ha celebrata? Sembra proprio che sia così. Quattro Summit nazionali, centinaia di realtà coinvolte a livello regionale con persone formate, visione e proposte innovative per la cooperazione internazionale. Un recente video riassume questo percorso di crescita e innovazione apprezzato da tutti. La realtà istituzionale sembra però inchiodata ad un’impoverente gestione burocratica
di Nino Sergi
Il percorso del Forum nazionale delle diaspore è iniziato nel 2017 con un’illuminata ed efficace collaborazione tra organizzazioni delle comunità immigrate e delle nuove generazioni da un lato ed Esteri e Agenzia per la cooperazione allo sviluppo dall’altro. L’obiettivo era ambizioso: conoscere e mappare, tra le 2000 associazioni del mondo dell’immigrazione, quelle interessate alla cooperazione internazionale, informarle, formarle, assisterle in merito all’opportunità di partecipare alla cooperazione allo sviluppo italiana; e parallelamente superare la narrazione securitaria sulle migrazioni. Si è trattato cioè di promuove il ruolo attivo delle diaspore come ponte tra i paesi di origine e la società italiana e come protagoniste per lo sviluppo sostenibile, ad arricchimento e completamento delle forme di cooperazione internazionale.
Notevoli risultati. Il video prodotto dalla Focsiv con Gcap presenta questo percorso evidenziandone i ragguardevoli risultati, dando voce ai migranti, alle nuove generazioni, alle loro associazioni e lanciando il messaggio che il popolo delle diaspore rappresenta una ricchezza per lo sviluppo sostenibile dei paesi ospitanti e dei paesi di origine e che la loro partecipazione rafforza la democrazia. Sono 11 minuti che riassumono in pillole questa realtà e il suo valore.
“I numeri sono significativi, ma soprattutto è importante il bagaglio conoscitivo che ora ci consente di tarare meglio gli obiettivi e le azioni per strutturare il Forum nazionale delle diaspore nel 2021”, veniva affermato durante il 4° Summit delle diaspore (online) il 24 ottobre scorso.
Il Forum Nazionale. Il 4° Summit ha chiuso la penultima fase del cammino di crescita avviato nel 2017 e che porta alla costituzione del Forum nazionale. «È un cammino che adesso deve proseguire per consolidare e rafforzare il ruolo delle associazioni di migranti nella cooperazione internazionale. Dandogli voce. Promuovendo la loro partecipazione attiva nelle scelte politiche per lo sviluppo sostenibile e sostenendo il ruolo attivo delle diaspore come ponte e come attori chiave nello scambio economico, sociale e culturale tra l’Italia e i Paesi di origine». Sono parole che le istituzioni hanno ripetuto convinte, a partire dall’Aics, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, a cui va il merito di aver favorito questo cammino di crescita.
È un cammino che richiede un approccio completamente diverso dal quadriennio precedente e che deve basarsi non più solo sul riconoscimento della qualità delle diaspore nella cooperazione (portata ad esempio dall’Italia all’Ocse-Dac e valutata come una best practice per lo sviluppo) ma anche sul riconoscimento della loro soggettività e capacità di iniziativa e di proposta.
Poco ascolto e sottovalutazione. Purtroppo, siamo ancora lontani da tale riconoscimento. Forse in buona fede, per mancanza di visione, per paura dell’innovazione a cui si preferisce la più tranquillizzante normalità burocratica, forse anche per una limitata conoscenza della realtà diasporica odierna in Italia. A guidare il cammino del Forum nazionale delle diaspore, in questa fase finale verso la sua costituzione formale, continuano ad esserci persone esterne alle diaspore stesse. Le parole, gli apprezzamenti, le affermazioni sul “rafforzamento del loro ruolo attivo” rimangono tali, offuscate da un grigiore burocratico che deve ora essere superato.
Se è stato inevitabile che in una prima fase le attività fossero sostanzialmente eterodirette, ora non può più essere così. Studiando forme appropriate di comparazione pubblica o altre che ne esaltino la soggettività, occorre che le organizzazioni raggruppate nel Summit delle diaspore assumano autonomamente la responsabilità dei propri programmi di crescita, senza inutili e umilianti interposizioni, in modo che possano ora raggiungere il loro obiettivo, la costituzione formale del Forum; e possano esse stesse esprimere, nell’ambito delle strategie e degli obiettivi della cooperazione pubblica allo sviluppo, le loro scelte, la loro visione, la loro progettualità: la loro soggettività nella cooperazione per lo sviluppo. È insopportabile che altri parlino e decidano per loro, quando servirebbe mettersi maggiormente all’ascolto.
Il Forum, solido riferimento. Il nascente Forum nazionale delle diaspore si configura sempre più come facilitatore e promotore di scambi, formazione, comunicazione e promozione di partenariati con gli attori del sistema, in modo sempre più qualificato.
Nella cooperazione territoriale, in particolare, le realtà diasporiche possono rappresentare un fattore di proficue collaborazioni e co-sviluppo. Mostrano spesso una spiccata iniziativa imprenditoriale e investono nelle due realtà, sia qui in Italia che nei territori di origine. Il loro trans-localismo li fa sentire pienamente qui e lì. Questa presenza transnazionale potrebbe fare da ponte e favorire accordi quadro di partenariato tra le due amministrazioni territoriali, da cui potrebbero derivare specifici accordi di cooperazione coinvolgenti le realtà economiche, culturali, imprenditoriali, sociali dei due territori, a reciproco vantaggio e interesse e a maggiore integrazione delle comunità immigrate.
Sarà inoltre da sviluppare maggiormente la partnership con altri soggetti della cooperazione, come la legge 125 ha previsto riconoscendo: “le organizzazioni e le associazioni delle comunità di immigrati che mantengano con le comunità dei paesi di origine rapporti di cooperazione e sostegno allo sviluppo o che collaborino con soggetti provvisti dei requisiti di cui al presente articolo e attivi nei Paesi coinvolti”. Favorendo così il cammino di complementarietà con altre organizzazioni capaci di interazione per una crescita e un arricchimento reciproco ai fini della cooperazione allo sviluppo.
Il programma per completare il percorso del Forum. Il 4° Summit di Ottobre scorso aveva individuato tre assi di azione per la fase conclusiva programmata dall’Aics:
1. Consolidare il cammino del Forum nazionale delle diaspore e rafforzare l’azione delle associazioni nella cooperazione italiana allo sviluppo, rafforzando i coordinamenti territoriali e i partenariati, continuando la formazione e l’assistenza tecnica, definendo la strutturazione e la formalizzazione del Forum.
2. Promuovere il rafforzamento di una nuova narrazione sulla mobilità internazionale.
3. Valorizzare il ruolo dell’imprenditoria delle diaspore nella cooperazione, focalizzando l’attenzione sul ruolo e l’iniziativa innovativa dei giovani.
Si tratta di un percorso che deve essere assunto ora dalle stesse realtà della diaspora organizzata, riconoscendone la piena soggettività propositiva e attuativa.
I risultati raggiunti. Durante il Summit è stato presentato il quadro dei risultati raggiunti nel triennio 2017-2020:
- 710 associazioni della diaspora coinvolte negli incontri regionali, nella formazione, nei Summit,
- oltre 100 referenti delle associazioni formati nelle edizioni The Smart way, formazione e coaching in presenza,
- oltre 432 imprenditori, attivisti delle associazioni della diaspora e delle nuove generazioni informati sulle opportunità per il settore privato nella cooperazione,
- 36 associazioni hanno beneficiato dell’assistenza tecnica,
- 4 Summit delle diaspore con oltre 250 partecipanti ciascuno, provenienti da associazioni formate,
- 200 persone sensibilizzate durante due eventi culturali e 50 giornalisti e comunicatori coinvolti in un confronto sull’ipotesi una stampa multiculturale,
- più di 300 associazioni mappate, di cui 50 attive in cooperazione internazionale ed educazione alla cittadinanza globale,
- oltre 135 persone informate sulla riforma legislativa del Terzo Settore e sui modelli di organizzazione delle reti di secondo livello,
- 6 associazioni hanno avviato il percorso di iscrizione nell’elenco presso l’Aics, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, con 1 già qualificata e iscritta,
- 8 Reti regionali attive sono state costituite in Sardegna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Liguria, Puglia e a Trento.
- 27.000 visite del sito web e 860.000 persone raggiunte sui social.
Le parole ascoltate. Nel video risaltano le parole di Cléophas Adrien Dioma, Bertrand Honoré Mani Ndongbou, Ada Ugo Abara, Lalainarivony Andry Rakotomavo, Tatiana Nogailic. Autorevoi.
Nei tanti webinar organizzati e nel Summit abbiamo apprezzato molte riflessioni, analisi e proposte, ascoltando Mehret Tewolde, Aurica Danalachi, Susanna Owusu Twumwah, Marta Sachy, Tanguy-Herman Pounekrozou, Paulo Correia, Andry Rakotomavo, Bertrand Honoré Mani, J.J. Cassano, Si Mihamed Kaabour, Elizabeth Rijo, Abdirahman Moallin Edna, Abderrahmane Amajou, Charito Basa, Souleymane Diallo, Alexander Marlo, Adjekwei Adjei, Ana Auxiliadora Estrela, Basem Ibrahim, Florent Kuelo, Maria Chibansa, Joau Luis Paulo, Tana Anglana, Besmir Rrjolli, Michel Rukundo, Rogerio Lin Huang, Eveline S. Afaawua, Elvira R. Adamo, Radi Vyshka, Miong Chen, Angela Aisha Adamou, Marwa Mahmoud, Bohanza Janet Revocatus e tante e tanti altri.
Gli esponenti istituzionali intervenuti hanno riaffermato il riconoscimento della soggettività del Forum delle diaspore e della loro ampia potenzialità nella cooperazione allo sviluppo: dalla Viceministra Emanuela Del Re al presidente della Commissione Esteri della Camera Piero Fassino, al Vice Direttore dell’Aics Leonardo Carmenati.
E molte altre autorità istituzionali e politiche si sono espresse anche nei precedenti anni apprezzando, quasi all’unisono, questa innovativa soggettività nella cooperazione internazionale. Ora serve una coerente traduzione pratica di questi riconoscimenti.
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