Non profit
Forum del Terzo settorefine delle trasmissioni?
Rappresentanze Il 22 luglio un Coordinamento straordinario deciderà il futuro
di Redazione
L’appuntamento è per il prossimo 22 luglio, data in cui è stato convocato un Coordinamento straordinario. Lì si capirà che fine farà il Forum del terzo settore. Le alternative non sono molte, o muore, o si ricomincerà su nuove basi e con volti nuovi. Già, perché, è l’opinione della maggioranza dei membri del Coordinamento, così non si può più andare avanti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo due anni di pubblici mal di pancia, è stata la nomina, – che data il 20 giugno scorso – di una delle due portavoce, Maria Guidotti, nella direzione nazionale del Partito democratico. Alla faccia dell’autonomia del terzo settore. Ma come, ragionano i più: si era partiti con la “vicinanza” dialettica, si era poi passati per la “prossimità” nella costruzione del nuovo soggetto politico, ed ora si è finiti nel più clssico dei “collateralismi”.
Gli (attuali) vertici del Forum del terzo settore sono rappresentati, come sanno i nostri lettori, da due donne (toste e brillanti, sia detto senza ironia): Vilma Mazzocco, già (e ancora) presidente di Federsolidarietà, e Maria Guidotti, già (ma ora solo “onoraria”) presidente dell’Auser. Le due signore avrebbero dovuto, nei desiderata iniziali di tutte le associazioni che compongono la struttura direzionale del Forum, garantire il “rinnovamento” della struttura, restituirle slancio e visibilità, rimetterlo al centro del fare politica. E invece, nei due anni passati dalla loro elezione le due signore si sono segnalate di più per i loro link con la politica che per altro (anche se a loro merito va la prima manifestazione del non profit davanti al Parlamento nell’autunno scorso). Dapprima, Maria Guidotti è tra le promotrici della mozione del Correntone Ds, poi Vilma Mazzocco entra nel comitato promotore del Pd, e ora ancora la Guidotti che entra a far parte della direzione del Pd. E il Forum? Un manifesto – poco diffuso – in campagna elettorale rivolto a «entrambi gli schieramenti», un’incisività pari allo zero rispetto alla formazione del nuovo governo (Welfare in testa), l’assenza ai tavoli della concertazione. Ora le maggiori organizzazioni del Forum (Acli, Arci, CdO, Mcl, Misericordie), hanno deciso di dire «basta, voltiamo pagina».
L’uscita di scena delle due portavoce verrà formalizzata probabilmente ad ottobre, nel modo più indolore possibile, al fine di evitare strappi dolorosi e polemiche feroci, ma il risultato non cambia. L’alternativa, del resto, sarebbe ancora peggiore: l’uscita di fatto, da parte di alcune organizzazioni, dal Forum stesso, magari con la nascita di un altro Forum politicamente più libero e di peso. Perciò si è preferito correre ai ripari di fronte al rifiuto della Guidotti di dare le proprie dimissioni: così il Coordinamento ha preso in mano la patata bollente e prova a sbrogiarla in queste settimane estive. Senza dire che si è posto anche un altro problema, di minor rilievo, ma non di diverso senso, all’ultimo Direttivo, e cioè l’incompatibilità di un suo membro, Filippo Fossati, presidente della Uisp e consigliere regionale per il Pd in Toscana, diventato presidente della commissione Sanità. Il commento di Gian Paolo Gualaccini (CdO), interpellato da Vita, è secco ma chiaro: «Il patto fondativo del Forum va ridiscusso e il Forum stesso rimodellato sia per ragioni di contenuto sia per ritrovare le motivazioni che ci hanno portato a stare assieme. Le due portavoce contigue al Pd? Un fatto che di certo non ha aiutato. L’incompatibilità del ruolo di portavoce e di membro del Direttivo rispetto a incarichi politici di qualsiasi natura, deve essere totale e profonda, oltre che sancita a tutti i livelli».
Andrea Olivero, presidente delle Acli, sviluppa con Vita un ragionamento limpido: «Il Forum, così com’è, non serve più a nessuno», sospira. «La situazione si è incancrenita all’interno e all’esterno. Non abbiamo più un ruolo riconosciuto con le parti sociali e istituzionali e non funziona più il modello di rappresentanza. Io sarei per il portavoce unico, ma forse è meglio cominciare con un triumvirato a rotazione, poi si vedrà». «Di certo», continua Olivero, «le persone incaricate di guidarlo si devono astenere dal fare politica, altrimenti perdiamo la nostra ragione sociale: esprimere la politicità della società civile. Una cosa è sicura: il collateralismo ci ammazza». L’Mcl è duro e parla, ormai da tempo, con Di Matteo, di «Il Forum? Oramai è ridotto a costola del Pd». Il presidente dell’Arci, Paolo Beni, cerca di smussare gli angoli: «Di fronte alle difficoltà nuove e alla pesante crisi che vive il Paese, compreso il suo modello di rappresentanza, e a tutti i livelli, penso che anche le organizzazioni sociali e del terzo settore, forti del loro ruolo sociale, debbano assumere maggiori e più forti responsabilità nel ricostruire dal basso una cultura di piena cittadinanza, a partire da quella delle proprie strutture e strumenti istituzionali. Il Forum deve fare un salto di qualità nella sua capacità propositiva e d’iniziativa concreta, aggiornare strumenti e obiettivi, ma senza lacerazioni interne e con la volontà positiva di tutti». Come dire, i problemi ci sono, vedremo come risolverli. L’importante è farlo “tutti assieme”. Già, appunto. Speriamo che sia davvero così. Prima che non ci sia più del tutto, un Forum dove discuterli.
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