Politica
Forum del Terzo Settore: «Il futuro è sociale, diamo forza al welfare»
L'iniziativa lanciata oggi nel corso di un incontro nazionale a Roma. Presenti il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo e il Sottosegretario al Lavoro e politiche sociali Luigi Bobba che hanno sottolineato la necessità che Stato, Mercato e Terzo Settore lavorino insieme da protagonisti
di Redazione
Si è svolto oggi a Roma, negli spazi di Porta Futuro, l’incontro nazionale "Il futuro è sociale. Diamo forza al welfare" promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore. Un dibattito sui temi del welfare e delle politiche sociali che «si colloca all’interno della discussione sulla Legge di stabilità su cui, in questi giorni, si giocano i destini di molte persone», come ha dichiarato, in apertura dei lavori, il Portavoce del Forum, Pietro Barbieri, che ha poi proseguito: «Ci sono luci ed ombre in questa Legge di stabilità: se da un lato contiene misure innovative, come quella del contrasto alla povertà che diventa strutturale, dall’altro, come per il Fondo sanitario nazionale, i Patronati o le promesse non ancora mantenute per il servizio civile, rimaniamo perplessi perché vediamo il rischio di rendere sempre più complessa la tenuta della coesione sociale».
«Sul welfare stiamo vivendo una fase di forte arretramento», ha sostenuto Cristiano Gori, docente di Politica sociale alla Cattolica di Milano, «che tocca prima di tutto le utenze – pensiamo alla situazione degli asili o alla riduzione dei servizi per anziani – ma anche la spesa e quindi necessariamente una diminuzione della qualità dei servizi; fenomeni comuni al Nord come al Sud. Il rischio che viviamo oggi è quello di fare passi indietro. Qual è invece la sfida del welfare di domani? Oggi attraversiamo una fase storica importante che ci offre grandi opportunità e spazi perché riconosce che ci vuole maggiore intervento dello Stato. Questo si tradurrà in una maggiore attenzione al welfare sociale? L’obiettivo sarebbe raggiunto se si riuscisse a far diventare il welfare sociale (cioè il welfare locale dei servizi) un tema centrale. Se si decidesse di investire non in micro-misure, ma in progettualità, non in misure ‘tappo’, ma strutturali. Mai come in questo momento ha quindi senso agire sul welfare nazionale per promuovere il welfare locale».
Presenti all’incontro anche il Sottosegretario alla Salute, onorevole Vito De Filippo e il Sottosegretario al Lavoro e politiche sociali, Onorevole Luigi Bobba che hanno sottolineato la necessità di prevedere un futuro in cui Stato, Mercato e Terzo Settore dovranno lavorare insieme da protagonisti. Urgenza ribadita anche per quanto riguarda il mondo sindacale dalle parti sociali presenti, che hanno ricordato l’egregio lavoro fatto dall’Alleanza italiana contro la povertà per la proposta di introduzione del REIS, e dal portavoce del Forum «è importante avviare una stretta collaborazione per la costruzione di un percorso comune. E’ evidente infatti che le risorse che il nostro Paese investe sul welfare sono scarse e che sino ad oggi, considerando anche politiche sbagliate, non si è ancora costruito un sistema strutturale di welfare. Dobbiamo darci un orizzonte comune: se lo 0,9% del Pil venisse stanziato sul welfare questo ci consentirebbe di parlare seriamente di infrastrutturazione sociale. Non dimentichiamo che l’Italia paga uno spread alto rispetto agli altri paesi europei e che comunque siamo agli ultimi posti nella classifica europea in tema di welfare. E’ importante, per questo, e anche con il mondo sindacalle».
«Il nostro Appello Il futuro è sociale. Diamo forza al welfare è rivolto alla politica, ma anche a tutti noi e a tutte le forze sociali. E’ un appello a una mobilitazione positiva che vuole invitare a prendere in mano e rilanciare un investimento che sia prima ancora politico più che economico». Queste le parole di Stefano Tassinari, coordinatore della consulta welfare presso il Forum. «Contesti sociali frammentati ci richiedono risposte che non possono essere frammentate. Allora bisogna costruire un disegno di welfare e partecipare ai processi di progettazione perché si arrivi ad un welfare inclusivo. Nel fare questo dobbiamo riscattare la parola ‘sociale’ da una logica emergenziale che ci condanna e ci schiaccia su noi stessi. Non avere una visione che faccia crescere le politiche sociali significa mettere un freno allo sviluppo, mentre sappiamo bene come nei Paesi dove c’è più Welfare, c’è più crescita e sviluppo».
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