“L’Europa deve aprirsi all’accoglienza dei profughi siriani in fuga dalla Guerra, se vuole evitare una catastrofe umanitaria”. E’ questo il monito lanciato da Onu e Unione Europea ai paesi del nostro continente, chiamate alla responsabilità di fronte alla “peggiore crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale”, come è stato definito il conflitto siriano.
Il rischio è infatti che nelle prossime settimane alcuni milioni di civili si riversino nei paesi confinanti per sfuggire alle bombe e agli attacchi, che si fanno sempre più frequenti nel silenzio del mondo, e anche alla vigilia dei colloqui di pace previsti a Montreux il prossimo 22 gennaio. Secondo stime dell’Unhcr, già 2,1 milioni di profughi sono ammassati in quattro paesi del Medio oriente e molte altre centinaia di migliaia si trovano probabilmente nella stessa condizione, ma fuori dai campi e quindi privi di qualsiasi assistenza.
Si tratterebbe dunque di aprire la “fortezza Europa” e accogliere, seppur temporaneamente, almeno 30mila persone vulnerabili identificate dalle Nazioni Unite, alleggerendo tra l’altro la pressione che i rifugiati esercitano su Turchia, Libano, Giordania e Iraq. “Gli stati membri della Ue non possono essere obbligati ad accettare i rifugiati”, ha sottolineato Michele Cercone, portavoce del Commissario europeo per gli Affari Interni Cecilia Malmström, “ma la Commissione è pronta a offrire 6000 euro per ogni profugo accolto”.
Ma c'è chi getta ombre sugli appelli umanitari europei, e smaschera un presunto doppio gioco di Bruxelles: “L’Europa continua a resistere e ad alzare muri, pur sottolineando che gli aiuti sono importanti”,
nota il Guardian in un articolo di fuoco che mette sotto accusa tra l'altro il governo britannico che già ha fatto sapere di non essere disponibile.
“E mentre continua a fare decise pressione sulla Turchia perché tenga aperti i suoi confini – Turchia che ha già accolto 600mila siriani – lavora senza sosta per moltiplicare la rete di divieti, barriere e polizie per respingere i rifugiati”. Il quotidiano inglese sottolinea infine che l’Unione ha già speso milioni di euro per rafforzare il controllo alle frontiere tra Turchia e Grecia, e ricorda che solo 64mila siriani (il 2,4% dei profughi) hanno finora trovato asilo in Europa.
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