Elezioni in Germania
«Forte partecipazione al voto ma il malessere è sempre più diffuso»
Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli, individua gli elementi principali giunti ieri dall'elettorato tedesco. Di grande importanza il fatto che «l’80% dei tedeschi non ha votato per l’Afd», il partito di estrema destra, ma restano le preoccupazioni per le condizioni sociali ed economiche del Paese
di Redazione
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«Una domanda di cambiamento chiarissima per migliorare davvero le condizioni di vita dei cittadini, ma, allo stesso tempo due dati evidenti che sono segnali anche per il nostro Paese». È il commento di Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli, alle elezioni federali tedesche di ieri. «Il primo dato è la forte partecipazione al voto (82,5%, ndr) che ha lanciato un segnale in controtendenza rispetto alla generale disaffezione che si è misurata in questi anni in Germania come nel resto dell’Europa e nella nostra Italia, dove votano meno di uno su due», prosegue Manfredonia. «Questa crescita degli elettori può essere considerato un messaggio positivo, però, solo se significasse davvero uno stimolo concreto alle forze politiche e alle istituzioni perché recepiscano il segnale degli elettori e cerchino le strade migliori per rispondere alle paure, ai bisogni e alle aspirazioni di una società attraversata da ansie e dubbi».
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«La seconda notizia, come è ovvio, è il risultato dell’Afd, il partito di estrema destra sponsorizzato sia dalla Russia di Putin sia dall’America di Trump, che ha ottenuto un 20% impensabile fino a qualche anno fa ma molto atteso dall’opinione pubblica in questi giorni: un risultato che non sembra però una piena adesione alle linee politiche e programmatiche di quel partito, ma la spia di un malessere morale diffuso, che attraversa tutta l’Europa e trova particolare concentrazione nei Paesi dell’Est (e, in Germania, nel territorio dell’ex Rdt). In particolare, un malessere che trova alimento nel loro rapporto irrisolto con una democrazia che non ha mantenuto fino in fondo la promessa di un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche. In ogni caso la vera notizia, guardando ad altri Paesi, è che l’80% dei tedeschi non ha votato per l’Afd. E se veramente la Cdu/Csu rinnovasse una coalizione con la Spd per la creazione di un governo democratico ed europeista, sarebbe decisivo che questo governo non si limitasse a festeggiare lo scampato pericolo, ma si dovrebbe fare carico della domanda che sale fortemente dall’elettorato – sia dall’ 80% che dal 20% – per un cambiamento reale nelle condizioni di vita delle persone e per la ricostruzione di un tessuto sociale fortemente lacerato».
«Le Acli continueranno ad operare in Italia, in Germania e in tutti i Paesi in cui sono presenti per una seria educazione alla democrazia e alla responsabilità sociale, ripudiando ogni concezione autoritaria, nazionalista e populista che, per sua natura, come si presenti, è anticristiana, come hanno ricordato prima del voto i vescovi tedeschi», conclude Manfredonia.
Credit: foto Mika Baumeister su Unsplash
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