Welfare

Fornero oscura il web

La pagina del Dipartimento territoriale di Modena: da 18 milioni di visite in 11 anni all'oblio

di Daniele Biella

“A partire dal 6 aprile 2012, il sito www.dplmodena.it cessa la propria attività informativa”. E’ questa la scritta che campeggia ora su uno dei siti fino alla scorsa settimana più cliccati d’Italia: “nato il 19 febbraio 2001, è stato visitato, in questi anni, da circa 18 milioni di utenti”. Stiamo parlando della pagina web ufficiale del Dipartimento territoriale del lavoro (Dtl, ex Dpl, la vecchia dicitura viene però mantenuta nel nome del sito: sono una sorta di costola provinciale del ministero del Lavoro) di Modena, uno dei 74 Dtl italiani. Ma soprattutto, l’unico a essere stata ‘oscurato’.

Oscurato da chi? Dal Segretario generale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, recita la scarna nota in homepage. Ovvero, il ministro Elsa Fornero. Con questa motivazione: “al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo” (clicca qui per vedere). In sintesi, la dirigenza ministeriale ha visto una mancanza d’uniformità (leggasi libera interpretazione, dato che tra le altre cose si presentavano e commentavano passo dopo passo, le novità delle riforme governative in tema di lavoro e pensioni) tale nelle spiegazioni ai numerosissimi cittadini-lettori da ritenere rischiosa l’attività informativa del sito.

Apriti cielo, giustamente. A poche ore dalla chiusura, sul web (pigrissimi i quotidiani, invece ad eccezione de Il Fatto quotidiano) e non solo è partita la rivolta. La politica, una volta tanto, si è mossa subito: è stato chiuso un servizio statale che si rapportava in modo positivo con le diverse figure del mercato del lavoro, compresa la Provincia. Invierò una lettera per chiederne il ripristino”, dichiara l’assessore provinciale al lavoro della provincia di Modena, Francesco Ori. A livello nazionale, sono state annunciate due interrogazioni parlamentari: una della senatrice dell’Italia dei valori Patrizia Bugnano, l’altra dei deputati Beppe Giulietti (Idv) e del Pd Vincenzo Vita: “peccato che la decisione di oscurare, comunque intollerabile, sia stata assunta solo nei confronti del sito di Modena, uno dei più apprezzati e consultati in Italia”, denunciano, “chiedendo al ministro di predisporre la immediata riapertura del sito, evitando il solo sospetto che si sia trattato di un provvedimento censorio, magari deciso da un funzionario troppo zelante, assunto nei confronti di un sito sgradito”.

Della vicenda, che ha preso il via dall’allarme lanciato sempre via web dall’avvocato Guido Scorza, esperto del mondo del lavoro che ha una rubrica su Ilfattoquotidiano.it (e che segnala, tra l’altro, che alcune pagine del sito sono ancora accessibili, e sono utili a capire le tematiche trattate), si stanno interessando anche i sindacati: è “una decisione incomprensibile” per Pasquale Coscia del segretariato provinciale Cisl. “Una chiusura improvvisa grave, anche perché era diventata un autorevole punto di riferimento per gli addetti ai lavori”, ribadisce la Cgil di Modena. Ancora, “era un esempio di proficua collaborazione tra pubblico e privato”, ha scritto al ministro Fornero Alessandro Monzani di Confcooperative Modena.

La speranza è che il sito venga riattivato al più presto. Per accelerare i tempi, è partito nelle ultime ore un tam-tam via facebook di raccolta firme per chiedere al ministro Fornero un ravvedimento.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.