Economia

Formazione, l’investimento più cooperativo

Bando da 20 milioni di Fon.Coop

di Maurizio Regosa

Un mega-stanziamento per la riqualificazione e l’apprendimento
di nuove competenze per i lavoratori delle imprese cooperative.
Con un occhio di riguardo a chi è in cassa integrazione Fon.Coop ha pubblicato un bando straordinario. Intende contribuire a contrastare la crisi ma anche a rilanciare l’idea cooperativa come strumento di crescita partecipata. A predicarla solamente, la flessibilità finisce che crea frustrazione. Tutti siamo flessibili (o dovremmo). Ma anche questo non è un destino né un frutto improvviso. Occorre lavorarci sopra. Con i tempi e gli strumenti adatti. Perché cambiare mestiere si può. Se esistono le giuste premesse. Ad esempio quella di meccanismi che aiutino, in momenti di particolare difficoltà, ad accedere a percorsi formativi di riqualificazione o di apprendimento di nuove competenze. Che è poi la mission di Fon.Coop, fondo interprofessionale per la formazione continua nelle imprese cooperative costituito da Agci, Confcooperative, Legacoop e dalle tre sigle sindacali “storiche” (Cgil, Cisl e Uil).

Superare il guado
Non vi è dubbio, d’altro canto, che questo sia un passaggio difficile per affrontare il quale servono anche strumenti straordinari. Come il bando pubblicato da Fon.Coop (cui aderiscono 9.659 soggetti, oltre il 90% dei quali è non profit). Venti milioni per contribuire ad accrescere le competenze professionali di lavoratori anche delle cooperative sociali. Sono distribuiti in quattro linee di finanziamento. «Una delle principali novità di questo bando», spiega Andrea Fora, consigliere d’amministrazione di Fon.Coop e presidente di Confcooperative Umbria, «consiste in un’azione mirata per coloro che usufruiscono di ammortizzatori sociali. Particolarmente interessante uno degli avvisi, dedicato alle aziende già in crisi e finalizzato a iniziative formative per lavoratori che devono riconvertirsi, ma che può riguardare anche quella parte dell’impresa che non è ancora investita dalla difficile congiuntura economica».

Come funziona
Il cospicuo stanziamento (ossigeno puro in questi tempi asfittici per le circa 1.200 cooperative e per 100mila lavoratori, potenziali beneficiari) è frutto della lungimiranza delle aziende – l’adesione è volontaria – ma anche della sussidiarietà. Ciascuna impresa infatti versa una quota (lo 0,30% della parte contributiva) ma poi, quando ha bisogno di risorse per la riqualificazione professionale, non si limita a riscuotere, in termini di “conto formativo”, quello che ha versato in relazione al numero di occupati. «Altri aspetti di cui tener conto», aggiunge il consigliere, «sono la snellezza burocratica, la possibilità di ricorrere ampiamente all’autocertificazione e la rapidità con cui le risorse vengono stanziate: al massimo in tre mesi la pratica viene definita dopo una valutazione della qualità dei piani formativi e della loro coerenza con la riorganizzazione generale dell’azienda. Una corsia preferenziale è data a quei progetti che tengono conto della sicurezza sul lavoro». Non vi è dubbio che una risposta tempestiva sia d’aiuto per le cooperative in difficoltà: al momento in particolare quelle che si occupano di logistica, servizi, di alcuni comparti del manifatturiero, secondo una geografia ancora incerta.

Una difesa in attacco
Se si considera che, stando al Rapporto sull’attività 2003-2007, nel quinquennio oltre 48mila lavoratori hanno partecipato a piani formativi per i quali sono stati impiegati quasi 24 milioni di euro, si ha la misura esatta della rilevanza di questo bando straordinario di 20 milioni. Un dato che potrebbe essere l’indizio di una strategia di difesa (Fon.Coop che si impegna nel sostenere la realtà economico-sociale delle cooperative aderenti). E sarebbe già un elemento significativo in tempi di grandi annunci cui fan seguito pochi, pochissimi fatti. A ben guardare, però, si trova la convinzione che lo strumento cooperativo sia il più appropriato per affrontare l’attuale difficile passaggio. Lo conferma lo stesso Fora: «È chiaro che siamo convinti che il valore aggiunto dell’impresa cooperativa, in particolare la sua capacità di creare partecipazione e ricostruire processi di innovazione e sviluppo, possa dare slancio alla ripresa. In questo senso, incentiviamo la riconversione delle aziende in crisi che possono diventare imprese cooperative e rimettersi in gioco con un respiro diverso e senz’altro più ampio».


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