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Food not bombs, i volontari di Budapest che nutrono i profughi

Gli attivisti del movimento preparano da mangiare per le famiglie di siriani in fuga cucinando gli ingredienti donati dai supermercati della città

di Marina Moioli

In tutta Europa si moltiplicano le storie di comuni cittadini che decidono di accogliere i migranti e di aiutarli in modo spontaneo. Come fanno a Budapest i volontari di Food not bombs, il movimento nato negli Stati Uniti nel 1980 per opera di attivisti anti-nucleari. Oggi, a distanza di oltre 30 anni, il sodalizio si è fatto strada in tutto il mondo e recupera cibo per gli indigenti grazie a centinaia di gruppi autonomi. Non a caso, il simbolo del movimento è un pugno chiuso e levato verso l’alto, che stringe una carota.

A Budapest gli attivisti si ritrovano ogni sera in piazza Blaha Lujza. Con loro, portano cibo caldo e acqua per le famiglie di rifugiati stanchi e affamati. In pochi minuti 50 porzioni di cibo scompaiono. Finora in Ungheria sono state fatte circa 70.000 domande di asilo, l'80 per cento dei profughi arrivano da zone di conflitto come la Siria e sono molte le famiglie che vagano per le strade di Budapest, alla ricerca di un posto per riposare. Alcuni sono in cammino verso centri di accoglienza designati all'interno del paese, gli altri in attesa di trovare un passaggio verso l'Europa occidentale.

I membri di Food not bombs, che da anni cucinano per i poveri della città, usano i social network per reperire il cibo da cucinare che spesso proviene dai supermercati della città e si coordinano con altri gruppi per la distribuzione dei pasti che spesso vengono cucinati in uno dei “ruin pub” della città, locali realizzati in edifici, appunto, in rovina che sono ormai diventati un’attrazione turistica.

«Non potevamo stare a guardare mentre le donne e i bambini soffrono. Vorremmo dimostrare che non è molto difficile aiutare», spiega Judit Marta, uno dei volontari, sottolineando che è gratificante vedere quanta felicità si possa portare a un altro essere umano, semplicemente offrendo un piatto al momento giusto. «Alcuni di loro sono sorpresi dal fatto che noi li aiutiamo senza chiedere nulla in cambio», aggiunge.

Vorremmo dimostrare che aiutare non è molto difficile

Judit Marta, volontario di Budapest

Ma Food not boms è solo uno dei molti gruppi che in Ungheria vengono in aiuto dei richiedenti asilo. Su Facebook, le persone stanno raccogliendo cibo, acqua e vestiti e vicino al confine con la Serbia, a Szeged, i residenti offrono cibo, coperte, giocattoli. Il comune locale ha anche allestito servizi igienici mobili. Una solidarietà spontanea che ha preso molti di sorpresa, comprese le autorità.

Di recente, l'Unhcr ha espresso forte preoccupazione per gli sforzi del governo ungherese di dipingere i rifugiati come una minaccia per il Paese e ha lanciato una campagna di manifesti per sensibilizzare i cittadini ungheresi sui rifugiati.

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