Spreco alimentare

Food: in un anno l’industria dona 139mila tonnellate di cibo

In occasione di "The Reunion", l'annuale convegno di Fondazione Banco Alimentare, sono stati presentati i dati inediti dell'indagine promossa dalla stessa fondazione e realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un'analisi statistica curata da Fondazione per la Sussidiarietà

di Antonietta Nembri

Sono 139mila tonnellate le eccedenze donate in un anno da grandi e medie imprese dell’industria italiana della trasformazione. Pasta e prodotti da forno guidano la classifica delle categorie di prodotto maggiormente disponibili e si è evidenziata una correlazione positiva tra donazione di eccedenze ed economia circolare.

Questi sono alcuni degli aspetti emersi nell’indagine promossa da Fondazione Banco Alimentare e realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un’integrazione a cura di Fondazione per la Sussidiarietà, che ha usato i dati raccolti per un’indagine statistica su alcuni aspetti legati al tema della donazione.

Primo step di una ricerca

«Una ricerca che non è fatta per accademia», ha premesso il direttore generale di Fondazione Banco Alimentare, Salvatore Maggiori. «È dal 2012 che facciamo indagini che ci servono per capire e agire indirizzando i nostri sforzi nella giusta direzione per raggiungere l’obiettivo che è quello di aiutare. Come Banco Alimentare abbiamo una responsabilità ed è utile anche alle aziende comprendere per gestire al meglio eccedenze e donazioni così da evitare gli sprechi». Il Dg ha anche ricordato che l’indagine attuale è il primo step di un progetto di ricerca triennale.

L’indagine è stata presentata lunedì 23 ottobre a Milano in occasione del convegno annuale The Reunion di Fondazione Banco Alimentare, cui hanno partecipato Paola Garrone, professoressa di Business and Industrial Economics e Responsabile Scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, Alessandro Perego, vicerettore allo Sviluppo Sostenibile e Impatto del Politecnico di Milano; Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà; Pietro D’Angeli, presidente Assica; Mario Piccialuti; direttore generale Union Food; Gianluca Amadori, responsabile Logistica Orogel; Myriam Finocchiaro, Communication and Sustainability Manager Granarolo e Manuela Kron,- direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication Gruppo Nestlé in Italia. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e Lucia Albano, sottosegretario ministero dell’Economia e delle Finanze hanno partecipato con un video messaggio.

L’azione di Banco Alimentare

Ogni giorno Banco Alimentare è impegnato a intercettare cibo ancora buono perché non vada sprecato, costruendo relazioni con i soggetti della filiera agroalimentare da un lato e quelli istituzionali dall’altro. In tutta Italia sono 7.600 le organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare (mense, centri di accoglienza, case-famiglia, etc.) che offrono aiuto alimentare a 1.750.000 persone in difficoltà.
A loro Banco Alimentare ha fatto arrivare nel 2022 oltre 110mila tonnellate di alimenti, parte salvate dallo spreco, parte derivate da programmi nazionale ed Europeo di aiuto alimentare per la distribuzione gratuita agli indigenti.

La stretta attualità, in continua evoluzione, impone un cambiamento ed è necessario conoscere sempre più e meglio, per poter “fare” sempre più e meglio: per questo Fondazione Banco Alimentare ha avviato un progetto pluriennale di ricerca con l’obiettivo di raccogliere informazioni e dati utili sul tema delle eccedenze, del recupero e della donazione. Dopo l’industria della trasformazione alimentare, l’anno prossimo sarà la volta della produzione agricola e dell’allevamento, a cui seguirà la distribuzione alimentare.

«Per la prima volta abbiamo a disposizione una ricerca che spacchetta i settori produttivi e possiamo porre le premesse per un lavoro concreto e diversificato per comparto, poiché offre informazioni e dati utili sul tema delle eccedenze, del recupero e della donazione» commenta Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare.

«Con queste evidenze abbiamo l’opportunità unica di valutare come aumentare i volumi di raccolta e allo stesso tempo valorizzare lo sforzo delle aziende nel dare consistenza e valore ai processi di controllo, misurazione e donazione delle eccedenze in termini di efficienze aziendale, di Csr e di lotta allo spreco» conclude Bruno. «Dalla ricerca, infatti, emerge chiaramente come la donazione a scopo sociale sia il volano di strategie di prevenzione dello spreco e le due attività risultano essere complementari nel raggiungimento dello stesso obiettivo, a vantaggio dell’ambiente e delle persone in difficoltà».

Industria della trasformazione: eccedenze e spreco alimentare

La ricerca ha coinvolto 1.812 imprese, pari a poco più del 22% delle 8.197 imprese dell’industria con più di 9 addetti, suddivise in tre classi dimensionali: 72,6% piccole (da 10 a 49 dipendenti), 19,8% medie (da 50 a 249 dipendenti) e 4% grandi (da 250 dipendenti).

Slide dalla ricerca da Ufficio stampa

«La ricerca evidenzia che la donazione di eccedenze alimentari per fini sociali è molto diffusa nell’industria italiana della trasformazione. Per molte imprese le quantità donate sono importanti e regolari, grazie a una gestione strutturata delle eccedenze. Un altro risultato che va citato è il circolo virtuoso che esiste tra donazione per fini sociali e le pratiche di economia circolare», afferma Paola Garrone responsabile scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano.

Da notare, inoltre come le eccedenze vengono valorizzate sia attraverso la donazione sia attraverso il riuso con la trasformazione, la vendita attraverso spacci o infine come mangimi. Tutto ciò che non è valorizzato è il vero spreco che va a incidereanche sulla sostenibilità ambientale.

Gestione delle eccedenze e donazioni: un settore a più velocità

L’indagine ha evidenziato tre gruppi di trasformatori alimentari molto diversi per strutturazione dei processi di gestione delle eccedenze, delle donazioni e per qualità dei dati.

Il 64% delle grandi imprese misura regolarmente le eccedenze e il 49% ha dichiarato di fare donazioni frequenti, con una rete di donazione strutturata e formalizzata. L’85% dona le eccedenze, con un tasso di donazione dello 0,3% della produzione, pari a 29.200 tonnellate per anno. Le grandi imprese della trasformazione quindi si confermano una realtà consolidata nella gestione delle eccedenze e nelle donazioni grazie a processi strutturati e formalizzati.

Il 39% delle medie imprese misura regolarmente le eccedenze e il 24% ha dichiarato di fare donazioni frequenti, con processi di gestione delle eccedenze in via di rafforzamento. Il 60% delle aziende dona le eccedenze, con un tasso di donazione dello 0,8% della produzione, pari a 109.434 tonnellate per anno. Le medie imprese della trasformazione sono un potenziale importante che necessita di rafforzare al proprio interno le competenze di gestione delle eccedenze.

Il 26%delle piccole imprese misura regolarmente le eccedenze e il 15% ha dichiarato di fare donazioni frequenti, con dati di gestione delle eccedenze ancora incerti. Il 52% delle aziende dona le eccedenze con un tasso di donazione dell’1,2% della produzione, pari a 139.981 tonnellate per anno. Le piccole imprese della trasformazione sono un mondo ampio e differenziato al proprio interno e costituiscono una realtà ancora emergente nel mondo della donazione.

Le categorie di prodotto maggiormente donate sono pasta e prodotti da forno, segue l’ortofrutta, la carne, il latte e i prodotti caseari.

Dati dalla ricerca – da Ufficio stampa

Tra donazione ed economia circolare

È emersa una stretta correlazione tra la donazione a scopo sociale e le strategie dell’economia circolare nell’industria italiana della trasformazione: donazione, riuso, riciclo e recupero sono complementari nel perseguimento dell’obiettivo condiviso di prevenire spreco e rifiuti. Tra le aziende che donano, il 75% mette in atto anche altre forme di riuso, contro il 52% delle aziende che non donano.

Statistiche da leggere

L’analisi statistica complementare realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà sulla base dei dati della ricerca del Politecnico ha approfondito alcuni aspetti legati al tema della donazione. È emerso l’identikit delle imprese che donano di più. Le grandi imprese, in percentuale sul loro numero, donano 3 volte in più rispetto alle piccole e 1,5 volte rispetto alle medie; le aziende che producono prodotti da forno, 2,5 volte in più rispetto a tutte le altre. Le imprese che perseguono obiettivi di sostenibilità in modo strutturale donano 1,7 volte in più rispetto alle altre. Tra le imprese che donano, quelle che misurano le eccedenze in modo sistematico donano 2,7 volte in più rispetto alle altre. Le imprese che donano da più anni tendono ad aumentare la quota di donazioni nel tempo.

«Dalla ricerca emerge un grande impegno solidale delle imprese alimentari italiane in un momento in cui resta elevato il numero di persone che hanno difficoltà a nutrirsi adeguatamente», afferma Giorgio Vittadini. «Si tratta di una scelta consapevole, guidata dal radicamento nei territori in cui le aziende operano, frutto di una cultura sussidiaria diffusa. Lo conferma il fatto che lo sforzo solidale abbraccia tutte le aree del Paese».

In apertura photo by Paul Einerhand on Unsplash

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