Welfare

Fontana: «Legalizzazione delle droghe? No: dobbiamo tutelare ragazzi e famiglie»

In queste ore il senatore del M5S Matteo Mantero ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis. Contrario il ministro leghista con delega sulle dipendenze («Non è nel contratto»). Che in questa intervista reagisce anche all'accusa di poca attenzione al tema, malgrado l'aumento dei consumi e i casi come quello di Rogoredo a Milano: «Poca attenzione? Non è vero: la lotta alla droga è una priorità, stiamo facendo molto»

di Redazione

Si apprende in queste ore che il senatore del M5s Matteo Mantero ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati. Nel frattempo lo scandalo del parco di Rogoredo, una sorta di zoo di Berlino, dove dal 2015 (l’anno dell’Expo), migliaia di novelli e novelle Christiane F. trovano dosi di eroina a 5 euro l’una (come in questi mesi meritoriamente raccontano tanti servizi giornalistici come quelli firmati da Gianni Santucci sul Corriere della Sera) e i dati sul consumo di droghe legali e non ha ripreso ad avere il segno più (al tema abbiamo dedicato il numero di Vita di dicembre). Di fronte a questo panorama come reagisce il governo? Abbiamo girato la domanda al ministro della famiglia con delega alle dipendenze Lorenzo Fontana. Ecco le sue risposte.

La lettura dell’ultima relazione annuale al Parlamento (vd allegato) è inquietante: aumentano i sequestri, ma contemporaneamente aumentano anche i decessi e i consumi. E intanto fra i giovanissimi è tornata l’eroina. Lei nella presentazione di quel documento ha messo nero su bianco che “ La tutela del futuro dei nostri giovani e delle loro famiglie deve essere al centro delle nostre azioni di Governo”. Cosa state facendo di concreto in questo senso? Con che tempi?
"Il tema delle droghe tradizionali e delle nuove sostanze psicoattive è un tema alla nostra massima attenzione e stiamo agendo con azioni che coinvolgono i due settori principali: andare ad agire sulla riduzione della domanda di droga e contemporaneamente sulla riduzione dell’offerta. A tale proposito i rapporti tra noi ed il Ministero dell’Interno sono stati ulteriormente rafforzati per contrastare questo fenomeno.
Già nei primi mesi di Governo le azioni adottate sono state molteplici: con l’operazione ‘Scuole sicure’ il Ministro Salvini ha stanziato 2milioni e mezzo per la prevenzione e il contrasto dello spaccio nelle scuole, con il decreto sicurezza lo spaccio è inserito tra i reati che comportano la revoca della protezione internazionale accordata ai rifugiati.
Stanno per partire le attività di prevenzione nelle scuole rivolte ai giovani frutto dell’Accordo che il Dipartimento Politiche Antidroga ha siglato con il MIUR.
Sono in corso di realizzazione le iniziative per la prevenzione dell’incidentalità stradale alcool droga correlata, con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, l’Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza e sul territorio grazie alle convenzioni siglate con il mondo del privato sociale.
Per ciò che riguarda sempre la prevenzione nei giovani – che rappresentano il nostro primo target – grazie ad un accordo siglato con l’Arma dei Carabinieri e, nello specifico, con i Carabinieri per la tutela della Salute-NAS, e il Raggruppamento investigazioni scientifiche- RIS e LASS, sono in corso azioni di monitoraggio on line sia dei siti web che dei social network per contrastare la diffusione delle sostanze psicoattive.
Recentemente abbiamo sottoscritto un’intesa con il Viminale (e nello specifico con il suo organo interforze – la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) nell’ambito del quale sono stati investiti 2,2 milioni di euro per il potenziamento dei flussi di informazioni sulle sostanze stupefacenti, la tracciabilità dei percorsi del narcotraffico, la diffusione delle informazioni relative alle nuove sostanze psicoattive, nuove misure per la diffusione dei risultati delle analisi di laboratorio effettuate dalle forze di polizia nell’ambito del Sistema nazionale di allerta precoce. L’accordo consentirà di dare maggiore forza all’intelligence per rintracciare i canali web di approvvigionamento delle nuove sostanze psicoattive e di mettere in campo nuove iniziative di prevenzione rivolte ai ragazzi.
Per quanto riguarda l’ambito di sinergia internazionale e la lotta al narcotraffico, ho assunto la presidenza della rete internazionale di cooperazione ‘Mednet’, che riunisce 15 Paesi dell’area Mediterranea, in quanto sono convinto che solo un’azione sinergica internazionale possa portare ad avere risultati realmente efficaci ed efficienti. E’ la prima volta nella storia che l’Italia guida questa rete di cooperazione.
Siamo inoltre impegnati, oltre che nelle azioni in collaborazione con tutti i paesi dell’Unione Europea, anche nell’area Atlantica. A tal fine abbiamo aderito all'iniziativa statunitense "Innovative Approaches to Curb Misuse of Synthetic Drugs" della presidenza Trump per contrastare l'abuso di droghe sintetiche”.

In questi mesi quante volte in Cdm o nelle riunioni ministeriali è stata messa a tema la questione droghe? In quali termini?
“Il tema delle droghe chiama in causa diversi mondi: famiglia, scuola, sport, educazione. E di prevenzione e contrasto in consiglio dei ministri si parla ogni volta che si affrontano questi temi. L’attenzione, posso assicurare, è altissima, come dimostrano le azioni adottate”.

A quanto ammontano le risorse che il “sistema Italia” oggi investe nel contrasto alle dipendenze? Ci può restituire un quadro completo dello stato dell’arte?
“Parlando di numeri vorrei partire da alcuni dati. L’Italia è un’eccellenza: sono attivi sul territorio 570 Servizi per le dipendenze e ben 922 Comunità terapeutiche. Per il Dipartimento per le Politiche antidroga attualmente è previsto uno stanziamento di oltre 4.500.000 di euro a cui si aggiungono i fondi previsti per il contrasto dell’incidentalità notturna alcol droga correlata. Per il futuro lavoriamo per provare a inserire stanziamenti all’interno del Fondo nazionale di intervento lotta alla droga i cui stanziamenti sono stati fatti confluire, nel passato, al Fondo indistinto per le politiche Sociali. Occorre ora investire sia nei servizi pubblici che nella rete del privato sociale: le sostanze usate, le modalità di utilizzo, gli stessi consumatori sono cambiati quindi, di conseguenza, anche i servizi a disposizione devono essere adeguati a tali cambiamenti”.

A quanto si sa il Governo non ha ancora costituito il “Comitato nazionale di coordinamento per l’azione antidroga”. È l’organo che per legge, ha “responsabilità di indirizzo e di promozione della politica generale di prevenzione e di intervento contro la illecita produzione e diffusione delle sostanze stupefacenti o psicotrope, a livello interno ed internazionale”. A cosa si deve la mancata costituzione? Lo ritiene un organo inutile?
“Il Comitato è già stato istituto nel 1990 con l’entrata in vigore del vigente testo unico 309/90 (legge quadro sulle droghe) . Il Comitato è un organismo consultivo composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri che hanno tra le loro suddivise le competenze specifiche in materia di politiche antidroga. Tale Comitato si dovrebbe riunire a latere del Consiglio dei Ministri, in una riunione ristretta che ha l’obiettivo di focalizzare i temi emergenti connessi alla riduzione della domanda e alla riduzione dell’offerta. Ho memoria che si sia riunito fino ai primi anni del duemila quando il tema della droga aveva carattere emergenziale e fu affrontato dal Governo di allora con la nomina di un commissario straordinario per la lotta alla droga al quale, in posizione servente, fu accostata una struttura di missione, in seno alla Presidenza del Consiglio, che ha rappresentato il primo nucleo dell’attuale Dipartimento per le Politiche Antidroga. Quindi semmai, al momento attuale, si pone l’eventualità di una sua riconvocazione per affrontare situazioni contingenti riguardanti la lotta alla droga”.

Ritiene ancora attuale la Fini-Giovanardi? Perché? Oppure ritiene che vada superata e nel caso, come?
“La Fini-Giovanardi è un provvedimento che ha introdotto valide misure innovative per quel periodo, dirette anche ad anticipare la presa in carico del tossicodipendente.
Ora stiamo unendo i nostri sforzi per arginare lo spaccio di sostanze stupefacenti ed evitare che episodi come quelli accaduti nell’ultimo periodo – che hanno sconvolto tutti noi, coinvolgendo giovani ragazze – possano ancora accadere”.

L’ultima conferenza nazionale sulle droghe, che in teoria dovrebbe celebrarsi ogni 3 anni, si è tenuta a Trieste nel marzo del 2009. Non crede sia giunto il momento di convocarne una? Con quale ordine del giorno?
“L’ultima conferenza è stata organizzata nel 2009 ed i governi successivi hanno ritenuto, per vari motivi, di posticiparne la organizzazione. Nel corso del prossimo anno è nostra intenzione attivare dei tavoli preparatori di confronto per avviare già un primo circuito di confronto. Ci sembra il modo più produttivo di lavorare. Non sarò io ad indicare l’ordine del giorno ma gli operatori stessi attraverso un sistema di pubblica consultazione mediata delle singole Regioni a cui dovranno necessariamente partecipare gli operatori dei servizi pubblici, del privato sociale, i referenti delle Amministrazioni centrali e periferiche, i ricercatori universitari, le famiglie, cioè tutti i portatori di interesse nelle settore delle tossicodipendenze”.

Chi sono i suoi consiglieri/consulenti sul tema droghe. Come e perché gli ha scelti?
“L’organo operativo di cui mi avvalgo, nel settore delle tossicodipendenze, è il Dipartimento per le Politiche antidroga e la rete dei centri collaborativi attivata per la realizzazione degli interventi in materia di droga. A breve dovrò nominare i membri del comitato scientifico e del gruppo di consultazione allargata del tavolo dell’Osservatorio Nazionale Permanente. La modalità di scelta dei membri avverrà secondo la normativa vigente per l’attribuzione degli incarichi”

Capitolo negozi cannabis light. Vanno chiusi?
“Stiamo attenzionando questo fenomeno soprattutto perché coinvolge i giovani ed è nostra intenzione aiutare le famiglie che ci stanno chiedendo aiuto. Il Consiglio superiore di sanità ha raccomandato di attivare, nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti. Siamo comunque anche in attesa del parere dell’Avvocatura di Stato richiesta dal Ministero della Salute per decidere quali interventi attivare”.

Lei passa per essere il ministro della tolleranza zero. Di Maio, solo nel gennaio scorso dichiarava invece che «Noi siamo per la liberalizzazione soft delle droghe leggere». In queste ore il M5S ha presentato una propposta ad hoc sulla cannabis. Al di là di tutte le dichiarazioni il risultato sarà l’immobilismo del governo su questo fronte?
“Il tema della liberalizzazione delle droghe non è nel contratto di governo. E’ invece dovere di tutti mettere in campo le azioni utili per tutelare i ragazzi e le loro famiglie ed agire per la prevenzione dell’uso di tutte le droghe”

Lei è anche ministro della Famiglia. Come padre e come ministro che suggerimento si sente di dare ai genitori con figli adolescenti che magari cominciano a manifestare curiosità verso le sostanze?
“I ragazzi devono essere da noi tutelati il più possibile e la prevenzione rimane sempre l’arma vincente. L’informazione sugli effetti delle sostanze stupefacenti dovrebbe essere affrontata in modo chiaro, sin dall’infanzia. Qualora si ravvisi un problema è necessario rivolgersi agli esperti del settore perché l’identificazione precoce dei disturbi comportamentali o dell’uso di droghe o alcool, anche occasionale, può prevenire situazioni più serie e di difficile gestione per le famiglie”.

Ci sono un film o una lettura sul tema che si sentirebbe di consigliare?
“Ritengo che in questo tema sia più opportuno, per avere una chiara visione del fenomeno, leggere le indicazioni fornite dagli esperti del settore e basate sulle sole evidenze scientifiche”

Un’ultima domanda. È mai stato a Rogoredo? Qui a Milano ormai lo chiamano il nuovo parco Lambro. Si sentirebbe di proporre di tenere proprio lì un consiglio dei ministri ad hoc sul tema?
“Il Ministro Salvini ha già attivato tutte le istituzioni per predisporre un lavoro di squadra per ‘risolvere la vergogna di Rogoredo’, cito le sue stesse dichiarazioni. Anche questa volta l’attenzione e l’impegno saranno presto concretizzati in fatti: da nessuna parte possono e devono esistere zone grigie o zone franche dell’illegalità”.

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