Cultura

Fondo sminamento: il governo boccia la richiesta d’aumento

A causa della contrarietà del governo, in Commissione Esteri alla Camera la risoluzione per aumentare la dotazione del Fondo è stata votata "monca" del passaggio-chiave

di Benedetta Verrini

Intenso dibattito, ieri pomeriggio in commissione Esteri alla Camera, sulla questione della dotazione finanziaria del Fondo per lo sminamento umanitario. La cifra disposta nelle tabelle economiche della legge Finanziaria sono infatti molto al di sotto delle aspettative delle ong e delle richieste iniziali dello stesso ministero degli Esteri: appena 7,7 milioni di euro per il prossimo triennio, contro i 36 milioni di euro “promessi” dal sottosegretario Alfredo Luigi Mantica. In seguito a una risoluzione proposta dall’On. Valerio Calzolaio (Michelini, Matarella, Mantovani, Landi Di Chiavenna, Cima, Rizzi), che ha risposto a un appello della Campagna italiana contro le mine, la commissione esteri ha pertanto affrontato il problema. La risoluzione, che impegna il governo a un’azione diplomatica per l’adesione universale al Trattato di Ottawa, conteneva anche un’impegno per “assicurare al Fondo per lo sminamento umanitario una dotazione finanziaria per il prossimo triennio adeguata alle pressanti necessità dei paesi colpiti, dotazione che non dovrebbe in ogni caso essere inferiore alla cifra ipotizzata dal governo (nell’ordine di 36 milioni di euro per il periodo 2003-2005) in occasione della presentazione del rapporto annuale Landmine Monitor Report”. Niente da fare: il governo, rappresentato dal sottosegretario Cosimo Ventucci, ha respinto il passaggio relativo, e la risoluzione è stata votata all’unanimità (presenti i 7 gruppi Ds, FI, Margherita, Prc, An, Verdi, Lega) “monca” del punto sull’impegno finanziario. Ecco cosa ha dichiarato il sottosegretario Ventucci durante il dibattito: Per quel che attiene alle risorse per le operazioni di sminamento umanitario, precisa che il relativo Fondo è stato istituito con uno stanziamento complessivo di 29 miliardi di lire (pari a circa 15 milioni di euro) che copriva solo il triennio iniziale 2001-2003. Per gli esercizi successivi al 2003, la dotazione del Fondo è demandata annualmente alla legge finanziaria. Il Ministero degli esteri ha avviato tempestivamente l’iter amministrativo previsto allo scopo di assicurare la copertura finanziaria del Fondo in parola per l’esercizio 2004. In proposito, si è ritenuto necessario prevedere uno stanziamento che consenta anche in futuro la concessione di contributi italiani significativi per la realizzazione di interventi di sminamento umanitario ed assistenza alle vittime delle mine, settore nel quale l’Italia ha tradizionalmente svolto un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. La dotazione del Fondo per l’esercizio in corso (pari a 2,58 milioni di euro) risulta infatti insufficiente a sostenere un programma di azione adeguato, anche sotto il profilo della visibilità internazionale dei nostri finanziamenti. Rispetto all’esercizio 2002, in cui erano disponibili 9,81 milioni di euro, l’Italia è stata costretta a ridurre le aree geografiche beneficiarie di contributi italiani, escludendo numerosi paesi seriamente colpiti dalla presenza di mine e tradizionalmente prioritari per la politica estera italiana. Inoltre, l’impegno assunto dall’Italia a finanziare l’azione contro le mine e gli ordigni inesplosi in Iraq richiederà risorse superiori a quanto allocato nel piano di ripartizione della legge n. 58 del 2001 a valere sull’esercizio 2003. (…)La lettera d) del dispositivo della mozione in oggetto può essere accettata in parte, sopprimendo l’ultimo inciso che specifica: «…dotazione che non dovrebbe in ogni caso essere inferiore alla cifra ipotizzata dal Governo (nell’ordine di 36 milioni di euro per il periodo 2003-2005) in occasione della presentazione del rapporto annuale Landmine Monitor Report.


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