Politica

Fondo Nazionale Infanzia: con le briciole non si cambia il futuro del Paese

Sono stati ripartiti i 29 milioni del Fondo Nazionale Infanzia, che finanzierà progetti in 15 città. La rete Investing in Children denuncia: «segnale evidente che questo Paese non investe sul suo futuro»

di Redazione

Pochi giorni fa il Ministro per le disabilità e la famiglia Alessandra Locatelli, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha firmato il decreto di riparto del Fondo Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza 2019, 29 milioni di euro a favore di 15 Comuni riservatari, destinati a realizzare specifici interventi a tutela dei minori in famiglie con disagio economico e iniziative a sostegno della genitorialità. Le 15 Città riservatarie sono Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Taranto, Torino, Venezia e rappresentano un laboratorio di sperimentazione in materia di infanzia e adolescenza.

Lo stanziamento è identico a quello dell’anno precedente «cioè briciole del Bilancio complessivo dello Stato e segnale evidente che questo Paese non investe sul suo futuro», afferma il network INVESTING IN CHILDREN. «Destiniamo all’infanzia le briciole del bilancio dello Stato e non c’è alcun segnale di ripresa neanche per il biennio 2019-2020», commentano Ivano Abbruzzi di Fondazione L’Albero della Vita e Gianluca Budano di ACLI Nazionali, entrambi portavoce della rete. «Uno strumento prezioso come il Fondo Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza che per anni ha dato dignità, benessere e inclusione a centinaia di migliaia di bambini e di ragazzi in tutta Italia è stato negli ultimi 10 anni marginalizzato, relegato a pochi contesti urbani e progressivamente ridotto».

Il tutto in un quadro dove le politiche nazionali specifiche dell’infanzia – in particolare il Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e dello sviluppo dei soggetti in età evolutiva – da sempre non risorse dedicate, una regia attuativa efficace, un piano di monitoraggio né una valutazione di impatto.

Istituito nel 1997 dalla Legge 28.08.1997, n. 285, il Fondo Nazionale per l’Infanzia e L’Adolescenza (FNIA) ha conosciuto i suoi migliori anni all’esordio, quando aveva un finanziamento di 117 miliardi di lire (anno 1997) e di 312 miliardi di lire per il 1998, per interventi su tutto il territorio nazionale. Dal 2008 si è deciso di destinare il Fondo esclusivamente alle cosiddette “città riservatarie”: sostanzialmente le 15 città più grandi o più problematiche in materia di infanzia. Partito con una dotazione di circa 44 milioni di euro per le sole città riservatarie, il Fondo ha avuto un decremento costante fino ad assestarsi a circa 28,8 milioni di euro.

«Serve un completo cambio di paradigma, che rimetta al centro l’infanzia, in particolare le fasce più vulnerabili che vivono in povertà ed esclusione sociale, con risorse mirate a supporto degli obiettivi concreti», prosegue Investing in Children. «È compito della politica e delle Istituzioni – tanto quelle nazionali quanto gli enti locali – dare un nuovo segnale, dimostrare di comprendere la crucialità dell’infanzia per il nostro Paese, stanziare risorse rilevanti e far convergere le migliori metodologie e soluzioni per tutelare e promuovere diritti, benessere e sviluppo per tutte le bambine e i bambini. Gli Ambiti Territoriali Sociali, il livello di governance delle politiche sociali scelto in questi anni per la lotta alla povertà economica, possono essere il luogo giusto per fare integrazione delle politiche in favore dell'infanzia».

Foto Unsplash

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