Politica

Fondo famiglia, taglio del 30%

Il ministro Giovanardi snocciola le vere cifre in Commissione

di Gabriella Meroni

Meno 32%. A tanto ammonta la strardinaria sforbiciata inferta dal governo al fondo per le famiglie. A darne conferma ufficiale alla Camera è stato proprio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, on. Carlo Giovanardi, che è intervenuto alla Comissione Affari sociali che sta esaminando la Finanziaria, ovvero il ddl 1713 relativo alla legge finanziaria e il ddl 1714 per il bilancio dello Stato annuale e triennale.

A fare le spese del mega-taglio, come ha spiegato Giovanardi, saranno in particolare i consultori familiari (zero finanziamenti), le bollette sociali per le famiglie numerose e la riqualificazione degli assistenti familiari, mentre si è impegnato a salvaguardare il piano asili nido. I fondi sono vittima della crisi economica, ma anche – ha detto sempre il sottosegretario – della decisione del governo di togliere l’Ici e del varo del piano-casa.

Non solo: la tanto sbandierata “social card”, finanziata per l’anno 2008 e 2009, probabilmente rimarrà un’una tantum, visto che difficilmente si reperiranno le risorse per riproporla negli anni successivi (quando probabilmente se ne sentirà ancora il bisogno, visto il perdurare della crisi).

Ma ecco cosa ha detto in Commissione Giovanardi: «In base a quanto previsto dall’attuale testo della legge finanziaria per il 2009, gli stanziamenti destinati al finanziamento del Fondo per le politiche della famiglia, comprensivi dei tagli già definiti dal decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, ammontano a 186.571 milioni di euro, a fronte dei 273.131 milioni di euro disponibili nel 2008. Tale contrazione delle risorse sconta tuttavia la necessità della copertura finanziaria di determinati interventi effettuati sin dai primi mesi di Governo, tra i quali alcuni aventi ricadute per le famiglie (ICI, Piano Casa, eccetera). Ciò comporterà una riduzione del 32 per cento delle risorse utilizzabili a sostegno degli interventi a favore della famiglia».

Il  sottosegretario ha manifestato la sua intenzione di operare al fine di preservare le somme necessarie per il finanziamento della terza annualità del piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio educativi (cosiddetto «piano nidi»). Al contrario, si è detto convinto che, allo stato attuale, non sarà possibile garantire il rifinanziamento degli interventi per la riorganizzazione dei consultori familiari, per la sperimentazione di iniziative di abbattimento dei costi per le famiglie con numero di figli pari o superiori a quattro e per la riqualificazione degli assistenti familiari (cosiddetta «triplice intesa»). Sottolinea inoltre che, date le difficoltà economiche generali, anche le prospettive future appaiono incerte.

Quanto, in particolare, alla «carta sociale», ha rilevato che «mentre i flussi finanziari per il 2009 appaiono relativamente certi, quelli per gli anni successivi dovranno essere oggetto di valutazione». L’azione di Governo, in ogni caso, è volta alla razionalizzazione dell’allocazione delle risorse, «anche tenendo conto delle politiche discutibili condotte da talune regioni», e il taglio lineare delle spese consente comunque di mantenere, sempre secondo Giovanardi, «sostanzialmente inalterato il livello degli interventi di competenza statale in materia di sostegno alla famiglia». Vi è in ogni caso un impegno del Governo nei confronti delle famiglie bisognose, con figli portatori di handicap. Si conferma altresì lo stanziamento per le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

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