Mondo

Fondi pensione, belle statuine

Il corrispondente per Repubblica da San Francisco: il presidente riforma il mercato perché teme rovesci elettorali al Congresso.

di Francesco Maggio

Federico Rampini è da poco più di due anni corrispondente di Repubblica da San Francisco. è arrivato nel cuore della Silicon Valley, proprio quando la bolla speculativa di Internet cominciava a esplodere. E da allora è stato un susseguirsi incessante di smottamenti finanziari che hanno profondamente minato le fondamenta del capitalismo americano. «Si tratta di una vera e propria crisi sistemica», afferma, «al punto che lo stesso presidente Bush si è rivolto alla comunità finanziaria con un esplicito richiamo all?etica. E ora si appresta a introdurre una serie di riforme radicali per rendere più trasparenti ed efficienti i mercati». Vita: Come spiega l??attivismo? di Bush? Federico Rampini: Il presidente agisce sotto la pressione di uno stato di necessità. Due grandi pericoli incombono sulla sua amministrazione. Uno economico, l?altro politico. Vita: Partiamo dal primo. Rampini: La generalizzata crisi di fiducia degli investitori sulla corporate governance aziendale, sulla veridicità dei bilanci delle aziende quotate, sta determinando una fuga di massa dei piccoli risparmiatori dall?investimento azionario e ciò può causare conseguenze terrificanti negli Usa dove il 60% delle famiglie ha risparmi, il più delle volte di natura previdenziale, investiti in Borsa. Vi è poi il problema della fuga dei capitali stranieri. L?America è da più di un decennio in deficit con l?estero e questo deficit viene finanziato con capitali stranieri. Se si incrina la fiducia, i capitali fuggono. Non a caso, il dollaro sta scendendo. Vita: E il pericolo politico? Rampini: Bush ha paura delle elezioni del prossimo novembre. I repubblicani hanno una maggioranza risicata alla Camera e sono in minoranza al Senato. L?attuale crisi di borsa può alienare molte simpatie. Vita: Quindi mette mano alle riforme?. Rampini: Esatto. Vanno riformate le norme sulla contabilità aziendale, va creato un organismo di vigilanza con forti poteri sanzionatori sulle società di revisione, va rivista la stessa legge bancaria per colpire i conflitti d?interesse. E poi ci sono gli status giuridici degli amministratori delegati da rivedere, la Sec (la Consob americana, ndr) deve diventare più incisiva. Vita: E l?America come reagisce? Rampini: L?opinione pubblica, i mass media condividono. A livello di establishment economico ci sono livelli di sensibilità differenziati. Le associazioni dei risparmiatori, i fondi pensione auspicano riforme. Il mondo degli chief executive, o almeno una parte, molto meno. Vita: Come hanno commentato gli scandali finanziari, i fondi pensione? Rampini: Purtroppo non hanno parlato. E questo è un fatto che suscita molti interrogativi, basti pensare che i maggiori azionisti di Worldcom sono ben 11 fondi pensione. E avevano tutti gli strumenti per vigilare sull?operato dell?azienda. Vita: L?Europa è più attrezzata degli Stati Uniti per combattere certe malversazioni? Rampini: Assolutamente no. Non credo che il management europeo sia al di sopra di ogni sospetto. Anche in Francia, per esempio, ci sono situazioni di rischio americano con Vivendi e France Telecom. Vita: Ma se dovesse fare una previsione di scenario, secondo lei, come cambieranno i mercati da qui a dieci anni? Rampini: Sono pessimista. Le bolle speculative e gli scandali finanziari ci sono sempre stati. Per un po? assisteremo a un livello etico dei comportamenti più alto. Ma al prossimo boom di Borsa vedremo i risparmiatori abbassare pericolosamente la guardia e diventare di nuovo indulgenti e distratti.


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