Economia

Fondi neri, conti in rosso

Spese incontrollate,miliardi dirottati, gestione parallela e iscritti fantasma:i giudici mettono sotto accusa il Comitato Che per sanare il deficit taglia i contributi agli enti di promozione

di Pasquale Coccia

La Corte dei Conti punta il dito sull?allegra gestione finanziaria che il Coni fa dei soldi che lo Stato gli garantisce per la promozione dello sport in Italia. Mille miliardi all?anno, quattrini che appartengono a tutti i cittadini italiani. E dovrebbero quindi essere gestiti con correttezza e trasparenza. E invece… Invece di correttezza e trasparenza, i giudici del Tribunale amministrativo che hanno passato al setaccio il bilancio del Coni, ne hanno trovata davvero poca. Anzi, l?elenco delle irregolarità, delle ?stranezze? e delle omissioni compiute dai signori che tengono le casse del nostro Comitato è davvero da record olimpico: si va dall?assenza di adeguati controlli sui bilanci delle singole Federazioni fino alla violazione delle pricipali leggi che regolano la contabilità della pubblica amministrazione (vedi il box in pagina). La relazione della Corte dei Conti, infatti, evidenzia «la tendenza al rialzo della spesa sugli incarichi, le prestazioni professionali e le consulenze» e, fatto ancor più grave, denuncia l?esistenza di fondi neri, amministrati con «una gestione parallela per coprire possibili spese non autorizzate sul bilancio preventivo». Per quanto riguarda la gestione del patrimonio dell?ente, la Corte si pronuncia in maniera inequivocabile: un fallimento completo. Il drastico giudizio trova desolanti conferme nella cronaca degli ultimi giorni: la federazione italiana nuoto (Fin) e la federazione pesi, judo e karate (Filpjk) sono state commissariate per irregolarità amministrativa. Irregolarità che giungono fino alla scoperta di elenchi di ?associati fantasma?. Nella lista delle denunce, infatti, ce n?è una alquanto singolare: «alcune Federazioni sportive», scrive la Corte, «sono prive di iscritti e vengono tenute in vita artificialmente». Com?è possibile? Chi ha fatto carte false per gonfiare gli elechi delle Federazioni con iscritti fantasma? Il Coni gode di una situazione privilegiata, in virtù della legge istitutiva del ?42, che assegna all?ente l?anomalo ruolo di controllore e controllato. Si spiega in questo modo anche il fatto che la Corte dei Conti rilevi che negli ultimi cinque anni ben 450 miliardi spesi dai vertici del Coni non abbiano avuto controllo alcuno. Inoltre il Coni dovrebbe chiarire ai giudici della Corte perché ben cinque miliardi assegnati alle casse della Federcalcio «hanno poi preso una direzione diversa». Chi li ha intascati? Fin qui la strigliata dei giudici. E il Coni cosa dice? Corre ai ripari, ma in modo davvero strano. Per rimediare ai buchi di cassa i vertici non trovano di meglio che bloccare i finanziamenti agli enti di promozione sportiva (35 i miliardi erogati lo scorso anno), tagliare i contributi alle associazioni che operano nelle periferie più difficili, cancellare le finali dei Giochi della gioventù di migliaia di studenti delle scuole medie inferiori e superiori del nostro Paese. Facile prevedere che questi tagli avranno un effetto dirompente sulle organizzazioni impegnate nella promozione dello sport per tutti, che operano grazie alla dedizione di migliaia di volontari su tutto il territorio nazionale. Perché questo accanimento contro lo sport sociale? Il motivo ufficiale è far quadrare i conti, conti già dissestati da tempo, ma che hanno ricevuto il colpo di grazia dalla flessione delle giocate del Totocalcio (lo scorso anno la schedina ha fatto registrare un calo di entrate pari a cento miliardi). Insomma, il tempo delle vacche grasse è finito e la politica delle spese allegre oggi presenta il conto. «La decisione di tagliare i finanziamenti alla promozione dello sport per tutti è grave e mistificante della realtà», afferma Pietro Soldini, responsabile sport della Cgil. «Il tentativo di sospendere i contributi è un ricatto per scaricare lo sport sociale sul governo, che di fronte a questi giochi sporchi resta inerme. Le risorse economiche del Coni sono sempre state destinate alle federazioni più ricche, adesso, però, hanno deciso di rubare le briciole ai poveri». Duro anche il commento di Donato Mosella, presidente del Centro sportivo italiano (Csi): «Il Comitato olimpico manifesta il totale disprezzo verso lo sport sociale. Siamo all?epilogo di una gestione della politica sportiva fallimentare che dura ormai da troppo tempo. Ma non ci ridurranno al silenzio come vorrebbero, anzi», conclude minaccioso il presidente, «presto gli enti di promozione sportiva faranno sentire la loro voce nelle sedi istituzionali e legali». La lista della Corte Ecco le accuse principali che la Corte dei Conti ha contestato al Coni per la gestione economica del quinquennio 1993-1998. Conduzione gestionale: la Corte rileva la carenza di controlli sulle Federazioni sportive per 2.360 miliardi. Emolumenti: il Coni ha deliberato corposi aumenti in contrasto con la legge 70. Rendicontazione: 452 miliardi del bilancio Coni non sono stati controllati. Cinque miliardi dati alla Federcalcio non si sa come sono stati spesi e che fine abbiano fatto. Gestione del patrimonio: fallimento completo. Redditi patrimoniali: mancanza di trasparenza. Spesa corrente: residui passivi non fondati per impegni di spesa. Gestione: deviazione dai principi di contabilità pubblica; non fedele rappresentazione dei fatti gestionali; impegni contabili descritti in modo approssimativo. Iscritti fantasma: alcune Federazioni sono tenute artificialmente in vita perché risultano senza base sociale. Entrate e uscite Bilancio 1997:1021 miliardi Bilancio 1998:985 miliardi Deficit gestione’98:100 miliardi Contributi versati dal Coni alle singole Federazioni :670 miliardi Contributi versati dal Coni agli Enti di promozione:35 miliardi


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