Cultura
Fondi etici in Europa, in due anni, più 58%
Erano 159 nel 1999. Sono diventati 251 a metà 2001. Cresce anche il capitale gestito, con leccezione italiana. In anteprima alcuni dati dellindagine biennale di Avanzi
Qual è il numero dei fondi di investimento socialmente responsabili (Sri) in Europa? A quanto ammonta complessivamente il capitale gestito? Quali sono le principali tendenze evolutive del settore in Europa?
Sono queste alcune delle domande alle quali cerca di dare risposta una ricerca, coordinata da Avanzi, sullo stato degli Sri in Europa. Secondo l?indagine, i fondi presenti sul mercato europeo al primo semestre 2001 sono 251 con un incremento del 58% rispetto al 1999 e, dalla proiezione dei dati all?intero anno, scaturisce un incremento del 100% rispetto all?anno precedente.(tab. 1)
Il tasso di crescita si dimostra di particolare interesse se si considera che il periodo di riferimento, a 18 mesi dall?ultima indagine, corrisponde a una congiuntura sfavorevole dei mercati finanziari europei. L?investimento socialmente responsabile si rivela, quindi, uno dei comparti finanziari più attivi e in rapida crescita. La ricerca conferma che il 66% dei fondi quotati nei mercati europei sono concentrati nel Regno Unito, Francia, Svezia e Belgio. Il mercato più dinamico è quello francese, dove il numero dei fondi socialmente responsabili quotati ha avuto un incremento del 170% negli ultimi 18 mesi, di contro la Svizzera ha subito un decremento del 27%. I tassi di crescita, comunque, variano da Paese a Paese in relazione al gradi di saturazione del mercato. Nel Regno Unito, per esempio, sono più di 55 gli istituti finanziari che offrono ai loro clienti un?opzione etica, mentre in altri paesi, come la Germania o l?Italia, l?offerta si concentra su pochi operatori (tab.3).
Di particolare interesse sono anche i dati relativi al capitale gestito dai fondi Sri che nel primo semestre 2001 è superiore a 15,6 miliardi di euro contro gli 11,1 miliardi del 1999. Il Paese più attivo è ancora la Francia, dove il capitale gestito è aumentato di 17 volte rispetto al 1999.
Meno confortante è invece il rapporto tra massa gestita in maniera responsabile e quella gestita in maniera tradizionale. Dal raffronto si evince che il patrimonio gestito dei fondi di investimento Sri rappresenta una percentuale esigua: appena lo 0,43% del totale. (tab. 2)
Una menzione a parte merita la situazione italiana dove, negli ultimi 18 mesi, la crescita dell?offerta di fondi Sri (da 5 a 9) si contrappone al decremento del patrimonio gestito (da 2.297 milioni di euro a 1.843 milioni), a causa della performance negativa di alcuni fondi. Il mercato italiano si contraddistingue anche per alcune peculiarità e linee di sviluppo di particolare interesse. La prima riguarda il capitale gestito, molto elevato rispetto alla media europea (Sanpaolo Azionario Internazionale Etico, con i suoi 973 milioni di euro di asset, è il fondo più consistente d?Europa). Questa anomalia si spiega con il fatto che i prodotti Sanpaolo Imi Asset Management raccolgono una quota rilevante di investitori istituzionali che in altri Paesi invece si avvalgono di forme di investimento dedicate.
Un secondo elemento riguarda il numero di fondi Sri presenti sul mercato italiano, ancora modesto se comparato a quello dei paesi che hanno una tradizione più consolidata. Il crescente interesse al comparto da parte di tutte le maggiori istituzioni finanziarie e l?ingresso sul mercato di alcuni operatori stranieri sono, comunque, indicatori di una rapida e progressiva crescita.
Quali sono, invece, le previsioni sulle principali tendenze evolutive del settore in Europa?
Mentre per la tendenza di breve periodo si può confermare una crescita del settore, nel medio periodo è necessario l?intervento di alcuni fattori esterni che rafforzino il comparto degli Sri sia sotto l?aspetto quantitativo che qualitativo.
Il primo riguarda la trasparenza dei gestori di fondi, ancora limitata e in palese contraddizione con la natura del comparto in esame. È sorprendente notare come per molti fondi di investimento analizzati sia difficile ottenere una lista attendibile dei criteri utilizzati per la selezione del portafoglio. I documenti ufficiali fanno infatti spesso riferimento a criteri generici lasciando ampia libertà al gestore di selezionare nel dettaglio quelli che meglio interpretano i desideri dei risparmiatori e le opportunità nella gestione del portafoglio.
Questa caratteristica, pur assicurando al gestore di impiegare i criteri con la giusta flessibilità, rappresenta un ostacolo per il risparmiatore se non vengono utilizzate altre forme di comunicazione sulle strategie utilizzate dal fondo.
Il secondo fattore è connesso allo stimolo indiretto che possono fornire i governi nazionali e la Commissione Ue per raggiungere gli obbiettivi di protezione ambientale e di inclusione sociale.
In terzo luogo, le associazioni di consumatori e le organizzazioni non governative, sempre più impegnate nell?attivismo azionario, dovrebbero fungere da gruppi di pressione sul settore finanziario e operare per migliorare la qualità e la dimensione degli Sri.
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