Formazione

Fondi etici con il marchietto

Lo annuncia Fabio Galli, segretario generale dell’associazione del risparmio gestito. «Per evidenziarne la diversità»

di Francesco Maggio

L?interesse per il socially responsible investing di Assogestioni (l?associazione che riunisce le società che svolgono attività di gestione del risparmio) è piuttosto recente. Ma sincero. Non frutto di un ?effetto moda?, insomma. E uno degli alfieri dell?apertura di credito verso il settore è Fabio Galli, segretario generale dell?associazione. Che in questa intervista a E&F spiega le principali ragioni alla base di questa decisione. Vita: Da cosa nasce questo interesse per il socially responsible investing? Fabio Galli: I fondi etici hanno registrato negli ultimi tempi una forte crescita. Per questa ragione il Comitato classificazione di Assogestioni (che ogni anno provvede alla revisione delle categorie dei fondi in Italia) ha preso in considerazione un?ipotesi di identificazione dei fondi di tipo etico in modo da poterli rendere riconoscibili, all?interno delle varie categorie, grazie a un mark riportato a fianco del nome del fondo. In questo modo i singoli fondi rimarrebbero nelle rispettive categorie: azionari, obbligazionari, bilanciati, liquidità e flessibili. Vita: Qual è il ruolo che Assogestioni può svolgere per agevolare la crescita di questo comparto della finanza? Galli: Credo che la possibilità di identificare e conoscere meglio i fondi etici nell?ambito dell?offerta dell?industria italiana del risparmio gestito, permetterà ai risparmiatori di scegliere più facilmente questi prodotti. Tale opportunità incrementerà la raccolta dei fondi etici e favorirà lo sviluppo del settore. Vita: Etica nella finanza vuol dire anche un ruolo più attivo dei fondi di investimento nel vigilare sulla trasparenza dell?attività d?impresa. In Italia, a suo avviso, c?è una simile consapevolezza da parte dei gestori di fondi (non necessariamente etici)? Galli: L?impegno dell?industria del risparmio gestito in merito alla trasparenza e alla corporate governance è una realtà da diversi anni. Ciò che alimenta questo impegno è la necessità di tutelare gli interessi dei risparmiatori che affidano le loro risorse ai fondi comuni. L?impegno dei gestori nelle assemblee non è qualcosa di astratto, lo dimostrano le iniziative, alcune sono cronaca delle ultime settimane, promosse per segnalare possibili conflitti d?interesse nei processi di fusione tra società, che sono stati bloccati grazie all?intervento dei fondi. Vita: Come fare per rendere i gestori di fondi più preparati sui temi del socially responsible investing? Assogestioni ha in cantiere iniziative di formazione? Galli: Recentemente abbiamo organizzato un seminario, riservato ai nostri associati, insieme al Forum italiano per la finanza sostenibile durante il quale sono state presentate alcune tra le più interessanti iniziative avviate in Italia e all?estero su questi temi. Il seminario ha registrato una forte partecipazione da parte delle sgr è questo ci ha confermato l?interesse e la preparazione dei gestori in tema di socially responsible investing. In futuro, comunque, Assogestioni assicurerà molta attenzione a questi argomenti e organizzerà iniziative analoghe. Vita: Qual è lo stato di salute del risparmio gestito oggi in Italia? Galli: I dati delle statistiche più aggiornate descrivono un?industria complessivamente in buona salute, nonostante più di 30 mesi di calo delle Borse. I sondaggi dell?osservatorio Nextra-Swg dicono che da giugno a settembre è cresciuto il numero delle famiglie italiane che investono in fondi. I dati di raccolta e patrimonio dei fondi comuni del mese di ottobre tracciano una tendenza alla ripresa dopo i forti riscatti di settembre. Vita: Quali scenari pronostica per la finanza socialmente responsabile? Galli: A giudicare dell?attenzione dei risparmiatori e dell?industria del risparmio gestito, credo che sia verosimile ipotizzarne una forte crescita.


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