Fondi etici, a Milano un convegno per fare il punto

I risparmiatori sono piu’ protetti dagli scandali finanziari se il fondo e’ etico. E’ quanto hanno affermato alcuni gestori di fondi ‘socialmente responsabili’ nel corso di un incontro all’Abi di Milano, venerdì scorso. In particolare, ha spiegato Tim Smith, presidente dell’Us Investment Forum e senior vicepresidente di Walden Asset Management, i fondi etici fanno ”da portavoce” agli azionisti nel difficile rapporto con le societa’. ”Controlliamo la corporate governance e le politiche aziendali – ha spiegato – facendoci interpreti dell’attivismo degli azionisti”. Sotto osservazione dei fondi etici, dunque, c’e’ l’intera struttura delle societa’ o dei gruppi quotati. ”Non abbiamo mai investito in Enron – ha spiegato Alan McDougall, direttore esecutivo del Pirc (Pension Investemnt Research Consultants) – perche’, prima di investire, riteniamo fondamentale osservare il modo in cui ogni societa’ tratta gli azionisti, i dipendenti e l’ambiente”. Secondo Mc Dougall, poi, sono sempre piu’ le aziende attente a non commettere ”scivoloni che possano danneggiare l’immagine”, poiche’ ”l’opinione pubblica e’ piu’ sensibile e oggi non acquista un cappotto de prodotto da un bambino in Vietnam a condizioni umanamente impossibili”. La chiave del problema, secondo Robert Kinloch Massie, direttore del Global Reporting Initiative e direttore esecutivo di Ceres (Usa) sta nell’informazione. ”Negli anni 60 – ha spiegato – si e’ sviluppata una coscienza sociale tra gli azionisti, quindi sono nate diverse organizzazioni di risparmiatori etici. Oggi pero’ occorre far si’ che l’informazione diventi globale”. E se nei Paesi anglosassoni ”tutto e’ incominciato prima”, anche in Italia, secondo Luca Martina di Banca Advantage, ”e’ il momento di passare dalla new economy all’economia etica, attenta ai valori, ma anche alla trasparenza delle societa’ nei confronti del mercato”.