Welfare

Fondi all’Onu per la lotta alla tortura

600mila euro in cinque anni come contributo volontario

di Benedetta Verrini

Mentre è ancora in discussione, in Parlamento, la legge per l’introduzione del reato di tortura, l’Italia s’impegna a donare 120 mila euro annui , per cinque anni, a partire dal 2004, per il Fondo delle Nazioni Unite per le vittime della tortura. Si tratta di un contributo volontario annuo per il proseguimento dell?impegno finanziario assunto dal nostro Paese dal 1989. Infatti l?Italia ha ratificato con la legge 498 del 1988 la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli o degradanti, in piena sintonia con le posizioni sempre sostenute nei fori internazionali. Coerentemente a questa linea dal 1989 l?Italia ha contribuito al Fondo volontario delle Nazioni Unite a favore delle vittime della tortura e dei loro familiari, istituito con la risoluzione 36/151 dell?Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il mandato di raccogliere i contributi volontari dei Governi, delle organizzazioni non governative e dei privati e sovvenzionare i programmi delle organizzazioni non governative che offrono un?assistenza umanitaria alle vittime della tortura. Le crescenti esigenze alle quali il Fondo ha dovuto far fronte ha spinto il Presidente della 22° Sessione del Consiglio di Amministrazione del Fondo ad invitare nuovamente i Paesi donatori, membri delle Nazioni Unite a confermare il proprio contributo. E nel Consiglio dei Ministri del 24 settembre 2004 il Governo ha approvato un disegno di legge per la concessione di un contributo volontario al Fondo delle azioni Unite per le vittime della tortura. Il provvedimento deve ora andare all?esame del Parlamento.


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