I 400 milioni destinati dal premier inglese al fondo di investimento sulle imprese sociali non sono aiuti di Stato. La comunicazione della Commissione europea
è una svolta importante. Ecco che conseguenze avràIl 2011 verrà ricordato come uno degli anni peggiori per il mondo sociale europeo. Ma, a sorpresa, le imprese sociali hanno ricevuto un bel regalo di Natale. Il 20 dicembre scorso il vicepresidente della Commissione europea con delega alla Politica di concorrenza, Joaquín Almunia, ha dato il via libera al finanziamento della Bsc – Big Society Capital da parte del premier inglese David Cameron, definendolo un «progetto innovativo» conforme alle regole dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato. «Gli impegni e le garanzie del governo britannico assicurano che gli aiuti destinati alla Bsc rimangono ben mirati e non provocano indebite distorsioni della concorrenza», ha dichiarato Almunia.
Infatti, la mission di Big Society Capital è di investire in imprese con fini sociali, principalmente degli intermediari specializzati nel finanziamento di investimenti sociali (Sifi – Social Investment Finance Intermediaries) che fanno fatica a reperire capitali dai mercati a prezzi accessibili. «La creazione della Bsc era stata ufficialmente proposta dal gabinetto del governo britannico nel maggio 2011», ricorda Ian Snaith dell’Università di Leicester. «Questa iniziativa va inclusa in una strategia più ampia che prevede il rafforzamento del social investment market nel Regno Unito». Per sir Ronald Cohen, uno dei pionieri del social investment in Gran Bretagna, «Big Society Capital gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’investimento sociale». Sul modello della Social Financial Ltd, la banca per gli investimenti sociali che ha creato il Sib – Social Impact Bond, «uno dei compiti più importanti della Bsc è quello di sostenere lo sviluppo di nuovi strumenti per l’investimento sociale».
A convincere la Commissione Ue è il fatto che i 400 milioni di sterline (circa 479 milioni di euro) prelevati dai conti dormienti delle banche commerciali e dalla società di credito fondiario britanniche e destinate alla Bsc sono un’iniziativa «in linea con le regole sugli aiuti di Stato, in particolare perché il modello di business Bsc contiene una serie di garanzie per assicurare che gli investimenti non falsino la concorrenza a livello del Social Investment Finance Intermediaries». Il fatto poi che «i Sifi hanno l’obbligo di reinvestire il capitale di prestito in organizzazioni in prima linea nel settore sociale a condizioni rigorose, per evitare l’esclusione dei privati investitori e falsare la concorrenza» è stato un ulteriore motivo per ricevere il placet da Almunia, che detiene uno dei portafogli più potenti della Commissione Ue. «Siamo molto contenti di aver ricevuto il via libera di Bruxelles», ha commentato Nick O’Donohoe, chief executive Big Society Capital. L’annuncio è tanto più importante in quanto coincide con un altro via libera atteso nelle prossime settimane con cui la Financial
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